Porsche ha confermato lo scorso febbraio l'avvio di discussioni con il gruppo Volkswagen per vagliare l'ipotesi di una sua quotazione autonoma sul mercato azionario. Ora arrivano nuovi dettagli sullo stato dei colloqui tra le due aziende, anche se Porsche puntualizza che si tratta di ipotesi e che non è stato ancora deciso se procedere effettivamente con l'offerta pubblica iniziale.
L'accordo quadro
Porsche e Volkswagen hanno raggiunto un accordo quadro sulle condizioni finanziarie fondamentali dell'eventuale IPO. In base all'intesa - si legge in una nota della Casa di Zuffenhausen - Porsche SE (la holding che ha la proprietà del brand) dovrebbe suddividere il capitale della Porsche in due blocchi di azioni, di cui il 50% di tipo ordinario e l'altro 50% di tipo privilegiato.
In caso di IPO Volkswagen piazzerebbe sul mercato il 25% delle azioni ordinarie, mentre Porsche SE avrebbe la proprietà del 25% più uno delle azioni privilegiate, lasciando agli investitori le restanti. In questo modo si manterrebbe il controllo congiunto sulle attività del costruttore da parte di Volkswagen e Porsche SE, aprendo contemporaneamente alla possibilità di attrarre finanziamenti dall'esterno.
Si guarda alla crisi in Ucraina
"La decisione definitiva sull'offerta pubblica iniziale non è ancora stata presa" hanno fatto sapere le due aziende. "Bisognerà considerare vari paramentri, nonché le condizioni del mercato" ha dichiarato il responsabile finanziario di Porsche SE, Johannes Lattwein. "Non possiamo escludere che se il conflitto in Ucraina dovesse durare ancora a lungo potrebbero esserci delle ripercussioni sull'IPO" ha concluso Lattwein.
"Grazie alla posizione leader di Porsche nel mercato del lusso e della sportività siamo sicuri che potrebbe trattarsi di un investimento attrattivo per molti, che potrebbe servire a diversificare il nostro portfolio, ad espandere la flessibilità finanziaria e ad accelerare la trasformazione tecnologica del gruppo" si legge in una comunicazione dell'azienda.
Porsche punta ad avere almeno metà delle proprie vendite composta da vetture elettriche e ibride plug-in entro il 2025, per poi far salire questo share all'80% entro la fine del decennio.