Si può arrivare secondi - per un pelo - in un campionato del mondo e restare comunque dei campioni. L’ultima prova ce la fornisce Sir Lewis Hamilton (anzi ora dovremo aggiungere al suo cognome anche quello della mamma, Larbalestier), diventato eroe per i prigionieri politici in Bahrain, dove si correrà nel week end il primo Gp di F1 della nuova stagione.
L’antefatto risale all’anno passato quando il pilota inglese ha fatto valere il proprio peso sui social per accendere la luce sul dramma dei detenuti nel Paese del golfo per motivi ideologici. L’intervento di Sir Hamilton ha avuto il merito di attrarre l’attenzione internazionale sulla questione dei diritti umani e oggi i condannati per reati d’opinione in Bahrain hanno una speranza in più. Per questo hanno deciso di scrivere al campione di Stevenage ringraziandolo per “aver fatto la differenza”. "La tua genuina preoccupazione per questi casi - ha scritto, in una lettera condivisa con il Guardian dal Bahrain Institute for Rights and Democracy, Ali Alhajee, detenuto nella prigione di Jau con una condanna a 10 anni per aver manifestato contro il regime - ha cambiato il modo in cui i prigionieri pensano a questo sport. Sei il nostro campione, non solo il migliore nella guida, ma anche un essere umano che ha a cuore la sofferenza degli altri. Per riflettere il nostro sostegno, un nuovo fenomeno si è diffuso nel carcere: i detenuti hanno iniziato a scrivere o disegnare "Sir 44" o "Lewis 44" sulle loro divise”.
Impegno sempre
L’impegno di Sir Lewis per i diritti delle persone meno fortunate e degli oppressi ne ha fatto un personaggio noto in ogni ambiente, anche al di là dei successi sportivi che ha collezionato, con sette titoli mondiali nella massima formula del motorsport.
Il sostegno alla causa del “Black Lives Matter”, per lui unico pilota di colore in F1 e in passato bersaglio di attacchi razzisti anche nell’ambiente delle corse, ha portato a una decisa presa di posizione di tutti suoi colleghi e di quasi tutte le scuderie del Circus. Per due anni il pilota inglese ha corso - così come il suo compagno di squadra Valtteri Bottas, con una Mercedes dipinta di nero proprio per sostenere la campagna per un equo trattamento delle minoranze.