Ultimo aggiornamento  02 giugno 2023 06:17

Se il "caro-petrolio" favorisce l’elettrica.

Paolo Borgognone ·

La situazione politica internazionale fortemente instabile e le sanzioni alla Russia - tra cui l'embargo degli Usa al suo greggio deciso proprio ieri - contribuiscono a una crescita esponenziale del prezzo del petrolio. Secondo gli esperti del settore, si potrebbe arrivare a 160 dollari al barile (il massimo per ora è intorno ai 130), forse addirittura a 200, prevede qualcuno. Questo preoccupa, ovviamente, la politica, ma anche l’industria, già alle prese con scenari da incubo prima per la pandemia e quindi per la crisi dei chip. 

Gli Stati Uniti - dove questi fenomeni di solito si sviluppano prima, per poi attraversare l’Atlantico e arrivare fino all’Europa, dove comunque assistiamo a un processo simile - sono già alle prese con gli effetti di questa situazione. Il prezzo dei carburanti è salito in maniera preoccupante: martedì 8 marzo - secondo la American Automobile Association - la media nazionale del prezzo della benzina era di 4,17 dollari al gallone. Storicamente, quando si raggiunge la soglia psicologica dei 4 dollari al gallone, i consumatori tendono a evitare l'acquisto di veicoli più grandi e "divoratori" di carburante che però sono - ancora - quelli che portano i maggiori profitti alle tre grandi case di Detroit. Queste, nel corso degli ultimi anni, hanno sacrificato alcuni dei loro prodotti meno appetiti dal pubblico - a caccia di pick up e suv - come le Chevrolet Cruze e Impala, le Focus e Fusion di Ford oppure  Chrysler 200 e Dodge Dart del gruppo oggi Stellantis.

Idee chiare

Tutti i costruttori ripetono, comunque, di avere sufficienti alternative a basso consumo che potrebbero interessare i potenziali clienti in un prolungato picco del costo dei carburanti. "È chiaro che i prezzi elevati stanno riportando più potenziale all'offerta di berline con un’aerodinamica più favorevole al risparmio energetico. Finora i clienti si sono rivolti verso altri mezzi, ma il perdurare della condizione attuale può spingerne di più verso questo tipo di prodotto”, ha detto giorni fa parlando ai giornalisti americani il ceo di Stellantis Carlos Tavares.

Il portavoce di General Motors David Caldwell ha detto che il portafoglo della società è più efficiente nel consumo di carburante rispetto a periodi del passato quando la benzina aveva toccato prezzi stellari e che ora un'alternativa c'è: "A lungo termine, i veicoli elettrici saranno la soluzione definitiva. Stiamo accelerando i nostri lanci di vetture a zero emissioni cercando di renderli maggiormente accessibili a un segmento ancora più ampio del mercato".

Hans Schep, direttore generale del business dei veicoli commerciali di Ford in Europa, ha espresso un concetto simile quando gli è stato chiesto su come l'aumento dei prezzi del petrolio potrebbe influenzare la transizione ai veicoli elettrici. "Penso che sia abbastanza chiaro dove stiamo andando. L'elettrificazione è la strada da percorrere, e questo non cambierà. La velocità del passaggio dipenderà da molto più che dal prezzo del petrolio. Questo è un fattore, ma penso che non rallenterà il processo”.

La soluzione ibrida

Per Carla Bailo, presidente del Centro per la ricerca automobilistica di Ann Arbor nel Michigan, le case automobilistiche che hanno prodotto suv e pick up non torneranno ora a fare berline, piuttosto metteranno in campo opzioni ibride: "Cercheranno di assicurarsi rapidamente che tutti i loro crossover abbiano la disponibilità della doppia alimentazione e poi cercheranno di portare avanti una adeguata politica dei prezzi rivolta al consumatore medio".

Nel frattempo, gli acquirenti di mezzi più “assetati” stanno pagando fino a 100 dollari in più al mese in media per rifornirli rispetto allo scorso anno, secondo gli analisti di Cox Automotive. Combinata con l'aumento dei prezzi dei componenti come l'acciaio, l'alluminio e il nichel, la situazione del petrolio potrebbe  rendere questi veicoli ancora meno convenienti e meno accessibili per i consumatori, ha detto Michelle Krebs, analista esecutivo proprio di Cox Automotive. "Tuttavia, gli americani (almeno una parte di loro) possono contare 2mila miliardi di dollari di risparmi, quindi un poco di margine c’è".

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