Condanna a sei mesi (subito sospesa) in Giappone per Greg Kelly, l’ex manager di Nissan, braccio destro di Carlos Ghosn, accusato di aver aiutato l’uomo d’affari franco-libanese a nascondere ai regolatori finanziari la sua retribuzione. Kelly è stato scagionato dall’accusa di essere stato a conoscenza dell'intera somma da 80 milioni di dollari che viene contestata all’ex capo dell’Alliance, responsabilità che cadrebbe invece sulle spalle di Toshiaki Ohnuma, un funzionario che ha supervisionato i dettagli della compensazione di Ghosn e che non è stato messo sotto processo in cambio della sua collaborazione con la giustizia nipponica.
Per il bene dell’Alliance
Kelly si è sempre dichiarato innocente e ha negato di aver infranto la legge testimoniando come il suo unico intento fosse quello di dare a Ghosn - che era anche ceo della Renault - un pacchetto di compensazione che lo avrebbe dissuaso dal lasciare il gruppo per andare in una casa automobilistica rivale.
La sentenza significa che Kelly potrebbe essere in grado di lasciare il Giappone per la prima volta dal suo arresto. "Sono stati tre lunghi anni per la famiglia Kelly, ma ora questo capitolo è giunto alla fine. Greg e sua moglie possono iniziare il prossimo in Tennessee", ha detto l'ambasciatore americano in Giappone, Rahm Emmanuel, in una dichiarazione.
La parabola del manager
Carlos Ghosn - tra i pochissimi manager non nati nel Paese ad avere avuto successo in Giappone - era molto stimato per aver salvato Nissan da un periodo di gravissima crisi. Le accuse contro di lui sono nate da un cambiamento della legge sulla finanza che - dal 2010 - ha richiesto ai dirigenti che guadagnano più di 1 miliardo di yen (8,71 milioni di dollari) di rivelare la loro retribuzione.
Il manager è anche accusato di essersi arricchito a spese del suo datore di lavoro attraverso 5 milioni di dollari di pagamenti a una concessionaria d'auto del Medio Orienten e di aver trasferito temporaneamente le perdite degli investimenti personali sui libri contabili di Nissan. Dopo essere stato arrestato e detenuto nel 2019 con l’accusa di false dichiarazioni, è fuggito in Libano nascosto in una scatola su un jet privato.
Attualmente Ghosn, che si è sempre dichiarato innocente (parlando di un golpe interno da parte dei dirigenti Nissan) e disposto a sottoporsi a un processo purché equo - si trova bloccato in Libano, paese nel quale è protetto dal rischio di estradizione verso il Giappone.