Il portale Bring a Trailer ha messo all’asta una Intermeccanica Italia Spyder del 1969, storico capolavoro del marchio torinese, pensato per esportare il nostro linguaggio stilistico e fonderlo con la tradizione automobilistica nord-americana. La decappottabile venne inizialmente immaginata da Robert Cumberford - designer di General Motors (oggi 86enne e uno dei massimi esperti al mondo del settore) - ed è poi stato rivisitato dalla matita di Franco Scaglione, che modellò un’opera di straordinaria eleganza. Secondo il venditore tra il 1967 e il 1973 venero prodotti circa 400 esemplari, mentre gli almanacchi storici del marchio parlano più volte di 24. L'auto era disponibile ai tempi anche in versione coupé.
Romba il V8 Ford
Quelle forme così raffinate furono abbinate al potente motore V8 “351ci” di Ford (con cambio manuale a 4 velocità), lo stesso della Mustang e della Gran Torino Sport, creando un connubio unico di stile e performance. All’epoca anche altre Case come la Monteverdi e la De Tomaso scelsero di utilizzare telai e carrozzerie di produzione europea abbinati ai prestazionali 8 cilindri americani.
Il propulsore del veicolo è stato completamente rigenerato nel 2019 dagli specialisti californiani della Superior Automotive Engineering: ora arriva a 319 cavalli e conta poco più di 54mila chilometri (il chilometraggio originario non è stato comunicato). Il lavoro di restauro ha incluso il ricondizionamento delle bielle, la riprofilatura dell'albero a camme e la sostituzione di pistoni, cuscinetti, valvole, cinghia di distribuzione e del doppio terminale di scarico. Sono stati cambiati anche i quattro carburatori downdraft. L’auto monta cerchi Borrani da 14 pollici con pneumatici Michelin Defender e freni a disco.
L’esemplare all’incanto (numero di telaio 59229314) - in tinta rossa con capote e interni in pelle neri - sta riscuotendo notevole interesse: le offerte hanno già superato i 125mila dollari con ancora tre giorni a disposizione per aggiudicarsi il gioiello. L'asta, infatti, termina il 28 di questo mese. Stando alle quotazioni sul mercato questa Intermeccanica Italia Spyder potrebbe avvicinare i 200mila dollari di valutazione finale.
Nata per caso
La Intermeccanica venne fondata nel 1959 dai coniugi canadesi Frank e Paula Reisner e nacque inizialmente come produttore di kit di elaborazione per altri brand come Peugeot e Simca. Il grande sogno di realizzare un modello a sé stante si materializzò nel 1963 con la Apollo GT - creata dalla collaborazione con un'azienda di Oakland (Stati Uniti) e dai disegni di Milt Brown e Ron Plescia, evoluti proprio da Scaglione - abbinando un potente V8 americano a un design raffinato tipico delle GT italiane.
Ma i due pionieri non si fermarono lì: costruirono anche una mitica biposto a cielo aperto con la stessa fusione di tradizioni motoristiche tanto lontane geograficamente, quanto vicine dal punto di vista storico. A differenza della Apollo GT, quella vettura nacque un po’ per caso.
La Intermeccanica realizzò delle carrozzerie in acciaio modellate a mano per la Griffith Motors, azienda fondata dal newyorkese Jach Griffith che fallì al primo tentativo di produrre una GT e lasciò il costruttore torinese con il cerino in mano. Frank Reisner non si diede per vinto e pensò di riutilizzare le rimanenze per produrre un nuovo modello, che inizialmente chiamò Torino, successivamente Italia (sotto consiglio della Ford che voleva utilizzare l'onomastica per la sua Gran Torino).