Ultimo aggiornamento  29 maggio 2023 21:32

Un piano di ricarica per l’Europa.

Redazione ·

L’Europa è in enorme ritardo nello sviluppo di un sistema integrato di colonnine per le auto a batteria e deve colpare il gap al più presto, riducendo tempi e difficoltà burocratiche. Secondo la ricerca "Power sector accelerating e-mobility” - portata avanti dal network di servizi professionali EY e dall’'associazione di settore che rappresenta gli interessi comuni dell'industria del settore energetico Eurelectric - il Vecchio Continente conterà, nel 2025, 130 milioni di elettriche, contro i 3,3 milioni di oggi.

Per approvvigionarle serviranno 65 milioni di punti di ricarica, 9 pubblici e 56 residenziali. L'Europa ha attualmente 374mila caricatori non privatii, due terzi dei quali sono concentrati in soli cinque paesi - Paesi Bassi, Francia, Italia, Germania e Regno Unito - mentre alcuni altri ne hanno anche uno solo per 100 chilometri di strada. Secondo lo studio, questa "polarizzazione tra le economie rischia di destabilizzare" l'elettrificazione.

Ostacolo burocrazia

“Per tenere il passo con la domanda, il continente ha bisogno di mezzo milione di colonnine pubbliche all'anno fino al 2030 e di un milione all'anno dopo”, dice Serge Colle, responsabile mondiale del settore energia e  risorse di EY.

Secondo il segretario generale di Eurelectric Kristian Ruby,  la costruzione di infrastrutture pubbliche di ricarica oggi "affronta enormi ritardi", a causa di problemi di pianificazione e di autorizzazione. ”Stiamo inviando un campanello d'allarme ai politici a tutti i livelli. Se vogliamo perseguire questa ambizione sulle infrastrutture di ricarica, abbiamo bisogno di un permesso per correre".

Il rapporto evidenzia poi come la crescita nelle vendite di veicoli elettrici spingerà la domanda europea di elettricità dell'11% all’anno. Per mitigare il rischio per le reti locali, nella ricerca si raccomanda di sostenere soluzioni di ricarica intelligenti - come l'offerta di tariffe ai proprietari di mezzi a batteria per "fare il pieno" durante le ore notturne, non di punta - che potrebbero abbassare i picchi della domanda di energia nei momenti più cruciale della giornata del 21%.

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