Erano stati ampiamente previsti negli scorsi mesi, e ora i temuti rincari sui costi per la ricarica pubblica delle auto elettriche iniziano a concretizzarsi. Il primo operatore interessato è Duferco che, come segnala il sito Vaielettrico, ha di recente modificato unilateralmente le condizioni economiche dei suoi contratti flat, con un sensibile aumento nel prezzo mensile richiesto. Un'operazione inevitabile visto il boom generalizzato nei prezzi dell'energia elettrica, a cui probabilmente seguiranno analoghe decisioni da parte degli altri operatori di ricarica, come Enel X e Be Charge.
Si attendono miglioramenti in futuro
Nel caso specifico di Duferco è stato segnalato un incremento notevole nel prezzo della ricarica dalle colonnine pubbliche di tipo fast e quick fino a 50 kilowatt di potenza, passata dai 25 euro al mese + iva per 300 kilowattora a 129 euro al mese, comprensivi di iva, per 200 kilowattora. Oltre ad essere aumentato il prezzo dell'abbonamento flat, quindi, è diminuito il monte di kWh inclusi nell'offerta, portando la tariffa a 0,65 euro per singolo kWh, la medesima cifra che l'operatore attualmente richiede per la ricarca a consumo.
Ovviamente Duferco ha avvisato i clienti con tre mesi di anticipo rispetto alla validità delle nuove condizioni economiche, riservando loro la possibilità di disdire il contratto senza pagare penali. Dall'azienda hanno fatto sapere che si è trattata di una scelta inevitabile visto il costo dell'energia elettrica, diventato insostenibile nell'ultimo mese, ma che si aspettano un graduale miglioramento della situazione in futuro. Motivo per cui hanno stabilito di aggiornare mensilmente le proprie tariffe flat, sperando di poter trasferire celermente alla clientela i prossimi ribassi.
Una macrotendenza globale
L'aumento nel costo dell'energia elettrica è stato trainato dai rincari sulle materie prime, anzitutto sul gas naturale, che svolge ancora un ruolo fondamentale nella generazione dell'energia. Una macrotendenza a cui hanno contribuito a cascata numerosi fattori, come le tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina, il rincaro nei prezzi del petrolio degli scorsi mesi, l'aumento della domanda generato dalla ripresa post-covid, che a sua volta si scontra con le lungaggini nella catena della distribuzione causate dalla pandemia.
I primi risultati di tutto ciò si notano nell'andamento dei prezzi di gas naturale ed energia elettrica pubblicati dall'Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). Il gas è passato da una media di 96,85 centesimi per metro cubo nell'ultimo trimestre 2021 agli attuali 137,32 centesimi per metro cubo.
Specularmente l'energia elettrica è salita da 29,7 centesimi per kilowattora a 46,03 centesimi per kilowattora, un incremento rispettivamente del 41,8% e del 55%. Questi dati, tra l'altro, si riferiscono al prezzo pagato da un consumatore domestico tipo in regime di tutela, mentre per gli utilizzatori industriali i rincari sono stati ben più pesanti (nell'ordine del 100%).
Azzerati gli oneri di sistema
Per fare fronte al difficile contesto l'Arera ha comunicato recentemente di aver azzerato per il primo trimestre 2022 gli oneri generali di sistema sull'energia elettrica impiegata per la ricarica pubblica di autovetture, oltre che per l'illuminazione pubblica e per tutte le medie-grandi imprese con potenza pari o superiore a 16,5 kW, in ottemperanza a quanto previsto dal Governo con il decreto sostegni-ter.
Analoga misura di azzeramento degli oneri generali di sistema nel primo trimestre 2022 per i clienti domestici e le piccole imprese in bassa tensione (sotto i 16,5 kW di potenza) era già stata prevista dall'Autorità a fine dicembre.