Il mercato automobilistico inizierà quest’anno una lenta ripresa favorita dallo scemare della crisi pandemica e dal graduale ritorno alla normalità per quanto riguarda la fornitura di semiconduttori. Come riporta Automotive News Europe, secondo gli analisti della società LMC Automotive, le vendite di veicoli leggeri arriveranno alla fine del 2022 a 85 milioni di unità a livello globale, registrando una crescita del 6%.
“La spinta avverrà in particolare nell’ultima parte dell’anno perché la carenza di forniture continuerà a farsi sentire almeno fino al terzo trimestre”, spiega Pete Jelly, amministratore delegato di LMC. La ripresa sarà uniformemente distribuita sui grandi mercati, anche se nessuno di questi dovrebbe segnare numeri a doppia cifra.
Crescita omogenea su tutti i mercati
Le vendite di veicoli leggeri in Europa cresceranno del 7% raggiungendo quota 17,8 milioni di unità. “Ci aspettiamo di vedere il mercato del Vecchio continente decisamente più attivo, viste le performance non buone del 2021”, ha dichiarato l’analista. Spinta contenuta anche per il Nord America, le cui previsioni parlano di un aumento del 6% pari a 18,7 milioni di esemplari.
Lieve attivo anche per la Cina, che, secondo LMC, crescerà meno di Europa e Nord America. Per la Repubblica popolare le previsioni annunciano un aumento di consegne pari al 5% a 26,6 milioni di auto. Bene anche Sud America (+9% a 3,6 milioni di veicoli) e resto dell’Asia, India inclusa, con un +7% a 15,3 milioni di unità.
Nel 2023 il ritorno ai livelli del 2019
Nel 2022 la carenza di semiconduttori e materie prime si farà comunque sentire ancora. Le unità che i costruttori non riusciranno a produrre quest’anno saranno oltre 4,8 milioni: “Il volume delle interruzioni sembra comunque inferiore della metà rispetto a quello dell’anno scorso”, spiega Kelly. Gli indicatori positivi registrati dagli analisti hanno comunque portato LMC a modificare al rialzo le previsioni inziali.
Secondo quanto dichiarato, la situazione tornerà stabile e ai livelli del 2019 nel 2023, quando le vendite di auto a livello globale dovrebbero raggiungere i 90,2 milioni di unità. “Oggi la domanda è di gran lunga superiore all'offerta e il fenomeno continuerà per un po’ di tempo", dice Kelly.
Gli effetti si vedono direttamente sui costruttori. Se Ford ha registrato nel una produzione in calo del 26% (pari a 1,2 milioni di unità perse), Volkswagen e Stellantis hanno avuto perdite in termini di esemplari non costruiti pari al 13%, mentre l’Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi si è fermata al 10%.