Ultimo aggiornamento  08 giugno 2023 16:46

Tesla, i nuovi modelli nel 2023.

Paolo Borgognone ·

Tesla c’è. Nonostante le difficoltà - pandemia, crisi dei chip e della catena di approvvigionamento, complicazioni per i nuovi impianti, concorrenza sempre più agguerrita, il costruttore di elettriche ha chiuso il 2021 con una forte crescita anche nei guadagni, pensa di vendere oltre il 50% di auto in più il prossimo anno, arrivando a consegnarne 1,4 milioni. “Anche se ci aspettiamo - ha detto il ceo della Casa Elon Musk nel corso della call con gli investitori nella quale ha esposto numeri e prospettive della società - di essere almeno in parte frenati ancora dalla questione dei microprocessori”.

Nonostante queste premesse, il manager ha assunto un atteggiamento prudente e ha annunciato che non ci saranno nuovi modelli nel 2022: un profondo respiro prima del balzo avrebbe detto qualcuno. L’anno successivo, infatti, dovrebbe essere quello dell’avvio della produzione di ben tre novità molto attese: la velocissima Roadster, il camion Semi e soprattutto il pick up Cybertruck. Niente da fare, almeno per ora, per il mezzo da 25mila dollari - temporaneamente battezzato Tesla 2 - la "piccola" annunciata nel 2020 e che proprio nel 2023 avrebbe dovuto vedere la luce. Se ne riparlerà. “Non avrebbe senso introdurre nuovi veicoli - ha detto Musk - perché richiederebbero poi enormi attenzioni e risorse. La maggiore complessità di un prodotto aggiuntivo, porterebbe come conseguenza un minor numero di esemplari effettivamente consegnati".

La corsa del pick up

Nel suo intervento Musk si è soffermato in particolare sul prodotto di punta dei prossimi mesi, il Cybertruck. Intanto ha rivelato di averne guidato uno nei dintorni della fabbrica di Austin e di averlo trovato “straordinario”. Ha poi aggiunto che si aspetta di produrne un quarto di milione l’anno e che la sfida ora è quella di renderlo meno costoso possibile considerando “l’incredibile tecnologia” di cui è dotato. Non ci sono invece preoccupazioni sul fronte delle batterie che "non saranno un fattore".

Il manager ha confermato le indiscrezioni apparse sulla stampa mondiale nei giorni passati, dicendo che uno dei motivi del rinvio della produzione del pick up sta nell’aver deciso di cambiare alcune caratteristiche, visto lo sviluppo del mercato nel settore e la sfida lanciata dalle concorrenti: Ford con l’F150, Rivian e l'R1T e anche General Motors che ha annunciato il Silverado a batteria.

Momento delicato

L’obiettivo degli 1,4 milioni di veicoli - ha detto Musk - “potrebbe essere raggiunto anche soltanto dalle fabbriche già attualmente in funzione”, Fremont in California e Shanghai. Il costruttore si aspetta, comunque, di iniziare già questo trimestre a consegnare le auto anche dal nuovo impianto di Austin. Queste saranno equipaggiate con le nuove e più performanti batterie 4860 prodotte negli Usa. Per quanto riguarda Berlino probabilmente i primi mezzi che arriveranno saranno invece ancora forniti degli accumulatori di precedente generazione meno performanti.

Buone notizie arrivano anche dal sistema di guida assistita che negli Usa viene venduto a circa 12mila dollari. Il numero di veicoli full self-driving beta negli Stati Uniti è salito a quasi 60mila, dalle poche migliaia alla fine di settembre. Tesla ha testato la versione migliorata del software proprietario su strade pubbliche, ma ha prudentemente detto che le caratteristiche non rendono le auto autonome e che servirà ancora la presenza di una persona al volante in grado di prendere i comandi se necessario. L'obiettivo è comunque preciso: "Sarei scioccato se non raggiungessimo la piena guida autonoma, più sicura dell'uomo, quest'anno", ha concluso Musk.

Un anno d’oro

Da un punto di vista finanziario il 2021 si è chiuso con grandi numeri. Il costruttore ha raccolto utili complessivamente per 5,5 miliardi di dollari contro i 721 milioni del 2020. Le vendite hanno fruttato 53,8 miliardi, contro i 31,5 dell’anno precedente comunque il primo in attivo per l’azienda. Nell’ultimo trimestre 2021, le entrate sono salite a 17,7 miliardi di dollari, superando le stime degli analisti che si erano fermate a 16,6 miliardi di dollari.  

Nelle trattative in Borsa dopo l’annuncio, il titolo è arretrato di circa l’1%.

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