Ultimo aggiornamento  02 giugno 2023 14:55

2002-2022: come cambia l'auto.

Angelo Berchicci ·

Quante cose sono cambiate dal 2002. All’epoca Inter e Milan davano il benvenuto ai loro futuri portabandiera, Hernan Crespo e Alessandro Nesta, le radio suonavano il tormentone “Whenever Whatever” di Shakira, e “A Beautiful Mind” con Russell Crowe vinceva il premio Oscar. Ma soprattutto, a gennaio 2002 – esattamente vent’anni fa – iniziava la circolazione monetaria dell’euro. Vediamo come è mutato in questi due decenni il mercato automobilistico italiano, comparando modelli, prezzi (espressi alla parità dei poteri d’acquisto), segmenti e carrozzerie più gettonate del 2002, con quelli dell’anno che si è appena concluso.

I modelli più gettonati 

Partiamo dal presupposto che – in base ai dati Unrae - nel 2002 il mercato automobilistico italiano contava 2.288.714 unità, mentre nel 2021, reso difficile dalla pandemia e dalla crisi dei chip, le immatricolazioni sono state 1.457.952: all’appello mancano 830.762 unità, per una flessione del 36,3%.

Vent’anni fa l’auto più venduta d’Italia era la Fiat Punto di seconda serie (209.376 unità), ed era ancora in listino la Fiat Panda di prima generazione, che si piazzava al secondo posto con 100.797 auto. Completava il podio la Ford Focus (85.056 esemplari tra berlina e station) e a seguire Peugeot 206 e Opel Corsa. Oggi a dominare il mercato è ancora Fiat, con la Panda (112.288 unità), seguita da 500 (44.819) e Lancia Ypsilon (43.735). Quarto posto per Jeep Renegade, seguita da Toyota Yaris.

Possiamo notare, quindi, che il mercato continua a preferire le vetture di taglia piccola e che l’eredità della Punto, in assenza di un’utilitaria Fiat di segmento B, si è divisa tra le attuali Panda e Lancia Ypsilon (che sono più grandi per dimensioni rispetto al passato), mentre al secondo posto si conferma - oggi come allora - una citycar, con la 500 che ha preso un po' il posto della prima Panda. Nella top 5 non troviamo più un modello di segmento C come la Ford Focus, ma un suv di segmento B, categoria che nel tempo si è affermata come alternativa alle berline compatte.

I prezzi sono cresciuti

Per quanto riguarda i prezzi, nel 2002 era possibile portarsi a casa l’auto più economica del listino, la già citata Fiat Panda, con appena 6.460 euro, che adattati tramite i coefficienti di rivalutazione Istat corrispondono a 8.243 euro odierni. Al momento l’auto più economica in vendita in Italia è la Dacia Sandero, per cui servono almeno 9.050 euro, mentre la Fiat Panda parte da 14.300 euro.

Basandoci sui prezzi di attacco dei listini (tutti attualizzati nei valori), una vettura da famiglia come la Ford Focus nel 2002 costava l’equivalente di 14.550 euro, mentre l'attuale Jeep Renegade ha un prezzo minimo di 24.900 euro (per completezza, oggi la Focus parte da 24.550 euro, ma è solo al 46esimo posto tra i modelli più gettonati). Nel complesso, il prezzo medio dei 5 modelli più venduti 20 anni fa era di 13.803 euro, oggi è di 17.710 euro. Si nota quindi una crescita generalizzata nei prezzi delle auto (al netto dell’inflazione), che riflette l’enorme passo avanti fatto sul piano della tecnologia, della sicurezza e dell’inquinamento dalle vetture moderne.

Inoltre, la station wagon e la monovolume compatta più gettonata nel 2002, ovvero la Ford Focus sw e la Renault Mégane Scenic, costavano rispettivamente 19.841 euro e 22.189 euro. Nel 2021 al loro posto troviamo la Fiat Tipo sw e la Fiat 500L, che partono da 20.500 euro e da 20.800 euro. In quest’ultimo caso, quindi, il prezzo è di poco superiore o persino inferiore, complice anche la recente riduzione nella domanda di questi formati.

Boom di suv, ibride ed elettriche

Vent’anni fa suv e ibride erano categorie quasi inesistenti. Al posto dei crossover c’erano i fuoristrada, che registravano 122.884 unità targate, per uno share del 5,25%. Le ibride potevano contare solo sui 25 esemplari immatricolati della prima generazione di Toyota Prius, mentre le vetture elettriche targate erano 174.

Nel 2021 i suv hanno monopolizzato il mercato, con 710.800 esemplari (tra crossover e fuoristrada), e una quota del 48,75%. Nell’anno che si è appena concluso, le ibride sono state 497.236 (sommando mild, full e plug-in hybrid), con uno share del 34,1%. Le elettriche pure, infine, sono arrivate a 67.542 esemplari, il 4,6% del totale.

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