Piuttosto tradizionalista e con una gamma composta da auto all’epoca considerate di fascia media, nella prima metà degli anni Sessanta la Peugeot decide di entrare nella categoria subito inferiore e con un modello decisamente di svolta per il marchio del Leone. Alle 403 e 404 viene affiancata la nuova 204, presentata a Parigi nel 1965, prima trazione anteriore nella storia della Casa francese e nata da un progetto del tutto inedito.
Lo schema tecnico segue quello delle concorrenti più avanzate del periodo, dalle Mini e 1100 della B.M.C. all’Autobianchi Primula, ma per quanto riguarda la formula e lo stile della carrozzeria si preferisce mantenere la classica configurazione berlina a tre volumi e quattro porte. D’altra parte, la Pininfarina, che ancora una volta collabora con Peugeot per il design, riesce a proporre qualcosa di non convenzionale, con un frontale caratterizzato da fari di forma rettangolare inseriti nella calandra a tutta larghezza, fiancate percorse da una sottile barra cromata e cristalli privi di deflettori, coda tondeggiante con gruppi ottici ovali e i semplici paraurti a lama sono privi di rostri.
All’interno, l’abitacolo è luminoso e con grande spazio a disposizione dei passeggeri favorito dall’assenza del tunnel di trasmissione, a fronte di un’auto dalla lunghezza inferiore ai quattro metri, e anche il bagagliaio offre adeguata capienza. Sottotono, invece, gli allestimenti e la qualità dei materiali di rivestimento, ridotta all’osso la strumentazione e limitatissima la dotazione di accessori: mancano sedili reclinabili, maniglie di appiglio e cassetto portaoggetti. Unico accento, il tetto apribile in metallo optional.
Meccanica vincente
Se le dotazioni sono a risparmio, nella meccanica la 204 ha varie frecce al suo arco. Il motore, in posizione trasversale secondo la filosofia B.M.C. e con lo stesso olio per cambio e differenziale, è un quattro cilindri d’impostazione quasi sportiva: in alluminio, monoalbero a camme in testa e camere di scoppio emisferiche, abbinato ad un quattro marce sincronizzate con comando al volante. La potenza di 53 cavalli è buona per un 1.130 centimetri cubici e le prestazioni sono di tutto rispetto: circa 140 chilometri orari di velocità massima e 19 secondi per passare da 0 a 100, senza eccedere nei consumi.
Pensata per la famiglia e con attenzione al comfort (notevole), la nuova Peugeot ha sospensioni a quattro ruote indipendenti morbide nella taratura (un po’troppo e la dinamica ne risente), freni a disco anteriori e uno sterzo a cremagliera piuttosto leggero (ottimo per le manovre, meno per la precisione di guida).
Lunga storia
Accolta favorevolmente, in Italia, la 204 è venduta ad un prezzo, 1.195mila lire, alto rispetto a quello di una rivale come la Fiat 1100 e pari a quello di una Fiat 1300, concorrenziale con l’Autobianchi Primula e inferiore alla Innocenti IM3 e alla Lancia Fulvia, di pari cilindrata ma dai toni più raffinati. A favore della francese, la gamma che si estende rapidamente ad una versatile versione Break e alle riuscite Coupé e Cabriolet lanciate nel 1966.
Ulteriore, importante arricchimento nel 1968, con l’arrivo di un motore a gasolio di appena 1.255 centimetri cubici, il più piccolo allora disponibile sul mercato a conferma della grande esperienza Peugeot nel campo dei diesel per autovetture, prerogativa allora condivisa praticamente con la sola Mercedes. Inizialmente proposto per la variante commerciale Furgonette e poi esteso alla Break, questo quattro cilindri, non certo brillante ma economico, dispone di 45 cavalli e permette di toccare i 130 chilometri orari; dal 1973 crescerà a 1.357 centimetri cubici ed equipaggerà anche la berlina.
Nel frattempo, numerosi saranno gli interventi per migliorare gli allestimenti e la potenza del motore a benzina salirà fino a 59 cavalli, accompagnando la 204 al termine della carriera nel 1976 dopo oltre 1,6 milioni di unità prodotte. Non ci sarà una vera e propria erede diretta, puntando la Peugeot sulla sopraggiunta più compatta 104 e sulla 304, derivata ma di classe leggermente superiore.