“Sarà un modello in grado di competere con le più avanzate vetture elettriche in circolazione”: cosi il ceo del Gruppo Volkswagen Herbert Diess ha descritto l’auto che deriverà dal Project Trinity.
Prodotta a partire dal 2026 nello stabilimento principale di Wolfsburg del colosso tedesco, adeguato per l’occasione con una trasformazione già iniziata per arrivare a sfornarne un'unità in sole 10 ore, si andrà a porre nel mercato come l’ammiraglia tecnologica a batterie del marchio. Destinata a fare da apripista ad una nuova generazione di auto a zero emissioni che sostituiranno progressivamente nella gamma del costruttore i modelli attuali basati sulla piattaforma Meb.
La piattaforma SSC
A fare da base a Project Trinity sarà infatti il nuovo pianale SSC (Scalable Systems Platform), utilizzato a partire dal 2025 anche sulle future elettriche degli altri marchi del Gruppo Volkswagen ad esclusione di Porsche, Bentley e alcune vetture di Audi, che utilizzeranno invece l’architettura dedicata PPE (Premium Platform Electric).
Batterie a celle unificate
Oltre alla nuova piattaforma Project Trinity dovrebbe poi impiegare per l’alimentazione le nuove batterie di Volkswagen a celle unificate prodotte nel sito di Salzgitter, dove il costruttore ha previsto investimenti per circa 2 miliardi di euro.
Si tratta di un particolare tipo di accumulatori che hanno lo stesso formato indipendentemente dalla chimica impiegata. Così da consentire, se la tecnologia sarà matura, l’impiego di elettroliti di ceramica allo stato solido per garantire all'auto efficienza e autonomia da primato e tempi di ricarica ridotti al minimo.
Un software per configurarla a piacimento
A caratterizzare il modello sarà anche un sistema di guida autonoma evoluto fino al Livello 4 (quello per intenderci che controlla tutti gli aspetti dinamici della vettura anche se il guidatore non dovesse intervenire in caso di richiesta). Project Trinity potrà contare su un software di gestione evoluto che permetterà tra le funzioni di variare la configurazione del veicolo in qualsiasi momento tramite uno specifico ecosistema digitale.
Sarà ad esempio possibile, pagando magari un sovraprezzo nel caso l’auto venga utilizzata tramite noleggio o abbonamento, attivare "on demand" un motore, presente sulla vettura ma inattivo, in modo da trasformarla temporaneamente in trazione integrale piuttosto che anteriore o posteriore. Oppure incrementarne la potenza tramite un semplice comando del touchscreen. Una ammiraglia tecnologica a tutti gli effetti.