Tesla ha presentato i documenti ufficiali al Texas Department of Licensing and Regulation per ottenere il definitivo via libera alla costruzione della gigafactory di Austin, il suo secondo sito produttivo negli Usa in fase di realizzazione non lontano dall’aeroporto della città.
Secondo i documenti, lo stabilimento - a cui a detta di testimoni si sta lavorando 24 ore al giorno e che sarebbe lungo oltre 1,2 chilometri complessivamente con cinque distinte aree di lavoro - dovrebbe essere definitivamente pronto entro il 31 dicembre di quest’anno e avere un costo complessivo di 1,1 miliardi di dollari. Di questa cifra circa 65 milioni dovrebbero essere “scontati” sotto forma di sconti fiscali. L’impianto, a pieno regime, dovrebbe occupare circa 10mila dipendenti, molti dei quali - sottolinea il costruttore - "non qualificati".
Alcuni blog del settore hanno riportato la notizia che il dipartimento texano avrebbe chiesto a Tesla di effettuare degli aggiustamenti rispetto al progetto iniziale, in particolare per quanto riguarda delle barriere architettoniche che limiterebbero l’accessibilità ai disabili. L’agenzia statale si riserva di effettuare, una volta terminati i lavori, dei controlli definitivi prima di dare l’ok alla partenza dell’impianto.
Partenze difficili
Tesla non ha commentato le notizie provenienti dal Texas - dove sta trasferendo anche il quartier generale dell’azienda - che comunque non dovrebbero portare a particolari ostacoli per il via libera definitivo. Una situazione diversa da quella in Germania dove la fabbrica alle porte di Berlino - di fatto completata, inaugurata con una festa aperta al pubblico e pronta a partire - sarebbe ancora soggetta a discussioni, soprattutto da parte degli ambienti ecologisti locali, preoccupati per l’impatto sulle aree circostanti.
Nessuna difficoltà, invece, si è registrata da questo punto di vista in Cina, dove la gigafactory di Shanghai - la prima al mondo a sfornare il suv Model Y, lo stesso prodotto che uscirà da Austin e da Berlino - lavora ormai a pieno regime.