Nel corso degli ultimi anni sono state molte le case automobilistiche - soprattutto di nazionalità cinese - che hanno puntato al titolo di “rivale di Tesla”. Tra queste anche Byton fondata nel 2016 da ex dirigenti Bmw e Nissan col nome Future Mobility Corp e sostanziosi investimenti da Foxconn e Faw. La start up nel 2018 presentava al Ces di Shanghai una berlina elettrica, battezzata K-Byte che sembrava pronta al debutto l’anno successivo e destinata ad arrivare anche in Europa all’alba del 2022. Niente di tutto questo.
Segnali inquietanti erano arrivati già nel 2019 e l’anno dopo l’azienda ha sospeso ogni attività mettendo la sua fabbrica in stand-by, licenziando gran parte dei 1.000 dipendenti in Cina (ce ne erano altri 500 negli Usa) e perdendo il ceo Daniel Kirchert che ha lasciato la barca per passare a Evergrande. Effetto della pandemia, hanno pensato in molti, invece la situazione era più grave, tanto che la principale unità di business del costruttore, la Nanjing Zhixing New Energy Vehicle Technology Development, è stata ora portata in tribunale a Nanchino da un creditore - la Shanghai Huaxun Network System Co - ed è a un passo dal dover iniziare la procedura di fallimento.
Speranze deluse
Nel corso degli ultimi mesi si sono alternate - racconta il quotidiano in lingua inglese Asia.Nikkei - speranze e disillusioni, soprattutto a causa di round di finanziamenti, in particolare uno che contava di raccogliere 300 milioni di dollari proprio da Faw e Foxconn, che non sono andati a buon fine.
Anzi i possibili investitori hanno perso via via interesse: Faw ha scelto di dedicarsi al proprio marchio di punta “Red Flag” che dovrebbe diventare 100% elettrico entro il 2030. Foxconn - da sempre partner privilegiato di Apple che sta comunque lavorando ancora alla sua vettura a batteria di debutto - si è messa in proprio e ha recentemente presentato i suoi primi tre veicoli a emissioni zero, disegnati da Pininfarina, che potrebbero arrivare già nel 2025.
L’altro proprietario di Byton, il governo locale di Nanchino che detiene circa il 19% delle azioni del marchio avrebbe, secondo la testata economica asiatica, smesso già da alcuni mesi di fornire aiuti economici.
Una triste fine per Byton, costretta a guardare da lontano mentre le ex concorrenti spiccano il volo. Start up come Nio, Li Auto e Xpeng hanno debuttato sul mercato azionario degli Stati Uniti, mentre i giganti tecnologici, da Baidu a Xiaomi, hanno investito miliardi di dollari per entrare nel business delle vetture elettriche.