Ferrari cercherà nuove opportunità di collaborazione con altre aziende del settore con l’obiettivo di perseguire la transizione verso una mobilità più pulita mantenendo gli standard di eccellenza che da sempre contraddistinguono il marchio italiano. Lo ha confermato - a margine della sua prima presentazione dei dati trimestrali - il nuovo ceo dell’azienda di Maranello Benedetto Vigna.
“Piccola ma forte”
Alla domanda se fosse preoccupato della capacità della Ferrari - che lui stesso ha definito “piccola ma forte” - di fare perno su tecnologie che richiedono molti investimenti, Vigna ha detto agli analisti: "Direi che la soluzione è quella di passare attraverso le partnership. È importante che si selezionino le aree in cui si vuole eccellere. E per il resto si lavora con altre aziende”.
Vigna ha fatto l’esempio della collaborazione con la britannica Yasa, che fa parte della galassia Daimler, che sta fornendo tecnologie di guida in elettrico per i modelli ibridi SF90 Stradale e 296 GTB della Ferrari.
A questo proposito il manager - 52 anni, ex capo della più grande divisione del produttore di semiconduttori STMicroelectronics - ha detto: “Penso di poter portare l'esperienza che sono stato in grado di accumulare in un ambiente che sta cambiando molto velocemente”.
Marchio in salute
Secondo gli analisti di Morgan Stanley, la narrativa che vuole il marchio di Maranello in difficoltà a causa della transizione elettrica non ha fondamento. A testimoniarlo la fiducia degli investitori e i numeri delle vendite dell'ultimo periodo appena presentati.
I dati del terzo trimestre parlano di 2.750 unità consegnate tra luglio e settembre, con una crescita rispetto allo stesso periodo del 2020 del 18,9%. In crescita i ricavi netti che sono stati di 1.053 milioni (+18,6%) e l’utile netto che è arrivato a 207 milioni. Questo soprattutto a un “record di ordini” - in particolare da Cina e Stati Uniti - che non è stato troppo frenato dalla crisi dei chip. Nel suo intervento davanti agli investitori, Vigna ha sottolineato che "Il team Ferrari, col supporto dei fornitori, è stato in grado di gestire adeguatamente questa situazione che ha coinvolto molti operatori del settore”.
Le azioni del Cavallino alla borsa di Milano sono cresciute nelle ore subito dopo la presentazione dei dati di quasi l’1,2% riducendo un precedente arretramento per toccare nuovi massimi storici, dopo un aumento di quasi il 20% dall'inizio di ottobre, record battuto di nuovo nella giornata del 3 novembre.