“Tesla non fa paura a Volkswagen ma per tenere il suo passo bisognerà ridurre i costi”: a dirlo è il ceo della Casa tedesca Herbert Diess. A cominciare dalla possibile e quasi certa diminuzione dell'organico della sede di Wolfsburg per competere con la nuova fabbrica che Elon Musk aprirà a Gruenheide vicino a Berlino, prima gigafactory di Tesla nel Vecchio continente. Decisone, quest'ultima, che per essere discussa ritarderà anche la presentazione del piano quinquennale di investimenti aziendale al 9 dicembre, considerando che Tesla intende produrre nel sito tedesco 500mila auto l'anno con 12mila dipendenti, contro le 700mila unità di Wolfsburg impiegando 25mila addetti.
"I problemi sono di offerta e non di domanda"
Nonostante i colli di bottiglia nella fornitura di chip abbiano portato a un calo nella produzione della Volkswagen di circa 800mila auto rispetto al 2020 e cancellato quasi 500 milioni di euro dai profitti ante imposte "la domanda dei clienti è elevata”, ha detto Diess. “Abbiamo più di 1 milione di veicoli nella nostra banca ordini solo nell'Europa occidentale, i problemi sono di offerta e non di domanda, con ad esempio un arretrato di circa 10mila unità della Porsche Taycan che compete direttamente con la Model S di Tesla”.
Gli scontri con il consiglio di fabbrica
Le sfide che deve affrontare il costruttore tedesco sono comunque tante, compresi i nuovi scontri tra Diess e il potente consiglio di fabbrica della Volkswagen che ha accusato l'esecutivo di non essere disposto a impegnarsi con i dipendenti licenziati in seguito alle ultime ristrutturazioni aziendali e che affrontano un futuro incerto.
Il momento d'oro di Musk
Tesla sta invece attraversando un momento d’oro grazie a profitti record, avendo consegnato 241.300 veicoli nel terzo trimestre dell’anno ed essendo diventata una società da mille miliardi di dollari, mentre la capitalizzazione di mercato di Volkswagen è di soli 150 miliardi di dollari. La strada per il numero uno di Wolfsburg è insomma in salita.