Non solo la carenza di microchip, adesso a minacciare la produzione nel comparto auto potrebbe essere anche la mancanza di magnesio. Questo tipo di metallo, utilizzato soprattutto per la sua bassa densità (1,75 g / cm³) e il basso intervallo di fusione tra 430 e 630 gradi, che rende la liquefazione più efficiente dal punto di vista energetico rispetto ad esempio all'acciaio, proviene infatti in prevalenza dalla Cina, che conta più dell'80% della produzione mondiale.
Scorte in esaurimento
Gli sforzi per la protezione del clima nella Repubblica Popolare, mirati a contenere le emissioni di CO2, hanno però costretto molti produttori a ridurre o interrompere del tutto la produzione di questo metallo con la conseguenza che, entro fine anno, potrebbero esaurirsi le scorte. Questo con conseguenze gravose anche nella realizzazione delle leghe di alluminio, impiegate in modo massiccio sulle auto (fino a 200 chili per vettura), che prevedono tra i vari ingredienti proprio il Magnesio.
Le conseguenze sui listini
Il portavoce dell'Associazione generale per l'industria dell'alluminio in Germania, Tim Stappen, ha affermato a riguardo che l'Europa è stata particolarmente colpita da strozzature nell'offerta dell’alluminio. Cosa che quest’anno già fatto aumentare il prezzo di quest’ultimo, circa il 75% in più, arrivando a 9mila dollari per tonnellata. Se non si dovessero trovare delle soluzioni questo porterà non solo a un calo nella produzione dei veicoli, ma anche ad un inevitabile aumento del loro prezzo di vendita.