Il piano per la ripartenza e il nuovo comitato dirigenziale sembrano rafforzare la credibilità di Aston Martin (anche sul mercato azionario), dopo un periodo di grave crisi. Le ultime dichiarazioni del ceo Tobias Moers, subentrato a Andy Palmer nell'agosto 2020, hanno provocato un aumento del valore in Borsa del costruttore di sportive inglese, con azioni cresciute di mezzo punto a oltre 2mila euro.
La scommessa è tutta sull’elettrificazione: entro il 2030 più del 50% delle vendite di Aston Martin sarà composta da modelli a zero emissioni. Le stime della società di investimenti Jefferies parlano di una crescita di volumi e fatturato pari a 7.850 unità e 1,5 miliardi di euro entro il 2023, periodo massimo in cui far debuttare almeno 10 nuovi prodotti. Se i piani dovessero essere rispettati - mercato e crisi dei chip permettendo - Aston Martin potrebbe raggiungere margini superiori all'8% già nel 2024.
Le elettriche sulla EVA di Mercedes
Dopo il lancio della Valkyrie nella seconda metà del 2022 (hypercar ibrida da oltre 1.100 cavalli), Aston Martin dovrebbe aver accesso alla piattaforma EVA di Mercedes, in particolare alla versione adattata per i modelli del marchio Amg. Questo consentirà al costruttore inglese di lanciare una nuova gamma di modelli elettrici per il futuro (dopo il 2023), mentre nel frattempo i suoi principali ordini saranno focalizzati principalmente sul suv DBX. La vettura conoscerà un aggiornamento che la renderà ibrida mild nel 2022 e plug-in nel 2023.
Il 2023 sarà anche l’anno del lancio più critico per Aston Martin. Prima l’ibrida Valhalla (950 cavalli e prezzo intorno agli 800mila euro) e poi la Vanquish, entrambe realizzate sulla piattaforma a motore centrale, spingeranno il costruttore in un segmento nuovo (quello delle supersportive a motore posteriore-centrale), a diretto confronto con i modelli di "volume" dei grandi attori di questo mercato, come Ferrari, Lamborghini, McLaren e perché no, anche la Chevrolet Corvette C8 recentemente arrivata in Europa.
Svolta in positivo dal 2023
Possibile, inoltre, che venga potenziato il dipartimento di ricerca e sviluppo per le serie speciali, che garantiscono ai costruttori grandi margini di guadagno a fronte di investimenti non eccessivi. Ne sono un esempio le 88 unità della V12 Speedster (basate sull’attuale piattaforma della Vantage), le cui consegne sono iniziate quest’anno a prezzi di circa 880mila euro, o le 275 Valkyrie con prezzi che supereranno i 3 milioni di euro.
Il futuro di Aston Martin potrebbe vedere un netto incremento delle unità vendute, merito principalmente dell’architettura suv e del debutto nel segmento delle supercar compatte a motore centrale. Jefferies stima che le vendite di quest’anno non raggiungeranno le 6mila unità (un livello sostanzialmente pari al 2019) con margini ancora negativi dell’8,4%. Il 2022 porterà 6.300 auto per un margine ancora in rosso del 4,4%. La svolta arriverà nel 2023: margini positivi al 3,3% (che diventeranno al 13,1% nel 2025) e quasi 8mila unità vendute (circa 10mila nel 2025).