Sui giornali e nei notiziari locali di San Francisco, California, tiene banco da qualche settimana il mistero delle auto robot. Per un motivo ancora non chiarito, le vetture a guida autonoma di Waymo che sono autorizzate a circolare in città per degli esperimenti sulla strada pubblica – nell’ambito di un programma chiamato “Trusted Tester” - finiscono tutte in un vicolo cieco. Letteralmente. I mezzi condotti dalla intelligenza artificiale si imbottigliano in una tranquilla strada senza uscita del Richmond District, un’area residenziale a ridosso del Golden Gate Park e vicino alla costa, tanto che una parte del quartiere è chiamata “Vista del mar”. Da lì i robotaxi sono costretti a difficili manovre per districarsi e tornare sulle vie principali.
A quanto riferiscono gli abitanti della zona non si tratta di un caso sporadico. Una signora che vive nell’area ha rivelato alla stampa: “Ci sono giorni in cui questo fatto si ripete fino a 50 volte, ogni 5 minuti la storia ricomincia”. La testimone è sicura di quello che dice in quanto – ha dichiarato - viste le restrizioni per la pandemia, “lavora da casa” e quindi sa bene cosa succede nei dintorni.
Un bel problema
La curiosa situazione va avanti, secondo un altro residente, “da circa sei, otto settimane”, ovvero più o meno da quando Waymo, in agosto, ha iniziato ad accettare a bordo delle sue driverless anche dei clienti che possono prenotare il passaggio – per ora gratuito – attraverso l’app “Waymo One” e che ora spesso si ritrovano fuori strada e pieni di domande su come tornare indietro.
Le auto utilizzate a San Francisco sono dotate di sensori lidar che forniscono all’intelligenza artificiale alla guida un’immagine precisa dei dintorni e dovrebbero aiutarla anche a evitare la “trappola” di una strada senza uscita. La società californiana non ha per ora commentato la strana situazione, limitandosi a dire che sta “esaminando la questione” per capire come intervenire.
Colpa di "Karl"?
Fin dall’annuncio dell’inizio dei test di Waymo a San Francisco, qualcuno aveva sollevato dubbi. Le auto robot della società spin off di Google, finora, sono state sperimentate principalmente a Phoenix, città sviluppata su un’area semi desertica e pianeggiante, geograficamente molto diversa da quella costruita in riva al Pacifico e nota per i suoi saliscendi.
La zona di Richmond, a poca strada dal monumento più famoso della città, il Golden Gate, è spesso avvolta, soprattutto verso fine estate, da una fitta nebbia, che si sviluppa a causa dell’incontro dell’aria più calda proveniente dall’entroterra con quella umida che soffia dall’oceano. Una presenza talmente importante e abitudinaria che a San Francisco questa foschia densa ha un nome, Karl the Fog, e perfino degli account social con, tra Twitter e Instagram, più di mezzo milione di followers. Che sia proprio Karl a mandare fuori strada i robot?