PARIGI - Un argomento piuttosto diffuso nel marketing è quello dei bisogni adattivi. In poche parole, ciò che riteniamo assolutamente indispensabile in un'auto non è un’idea fissa, ma varia nel tempo grazie allo sviluppo tecnologico, e al marketing, che spingono desideri e aspettative sempre più in alto.
La Dacia Duster prova a porre un freno a tutto questo. Da ogni parte la si guardi, sembra fare appello alla nostra componente razionale e chiederci: cosa è davvero necessario e cosa superfluo? Una sobrietà che ha convinto quasi 2 milioni di automobilisti dal debutto della vettura rumena nel 2010, e che in questa versione restyling della seconda generazione (lanciata nel 2018) è stata mitigata da alcune concessioni estetiche e tecnologiche. La formula vincente, però, è rimasta la stessa: spazio, solidità, dimensioni contenute, buone doti in fuoristrada e prezzo più basso delle concorrenti. Vediamo allora la nuova Duster nell'insieme, cominciando dalla linea fino al comportamento stradale.
Look più curato
Il restyling del suv rumeno (ma con molte componenti prese in prestito dai modelli Renault) ha portato in dote dei proiettori dal look più accattivante grazie alle luci diurne a led, oltre a una mascherina con listelli tridimensionali e nuovi cerchi in lega.
Complessivamente l’immagine risulta più curata, senza rinunciare a elementi spartani, come le plastiche nere nella parte bassa della vettura e i fascioni color alluminio nei paraurti, utili per proteggere la carrozzeria da graffi durante i parcheggi o in offroad. Rimangono sostanzialmente invariate le misure: con 4,34 metri di lunghezza, la Duster si posiziona a cavallo tra segmento B e segmento C, ma lo spazio offerto dall’abitacolo e dal bagagliaio (di 445 litri) è comparabile a quello di auto dalle dimensioni superiori.
Bada alla sostanza
All’interno la parola d’ordine è semplicità. La strumentazione - facilmente leggibile - è analogica con un display digitale al centro, i comandi fisici la fanno ancora da padrone, e se cercate il tasto del freno di stazionamento elettronico troverete invece una classica leva. Insomma, un abitacolo con pochi fronzoli e con plastiche per lo più rigide, che in compenso hanno un aspetto solido e sono esenti da scricchiolii durante la marcia.
Anche a paragone con vetture più curate e all’avanguardia, l’esperienza a bordo è comunque piacevole: tutto è intuitivo e la Duster offre comunque una buona dose di modernità, grazie alle tante porte Usb, anche per i sedili posteriori, e al nuovo schermo touchscreen, che è più grande rispetto a prima (ora è di 8 pollici), è compatibile con Apple CarPlay e Android Auto e può essere dotato o meno di navigatore.
Mettendosi alla guida, la Duster rivela un assetto tendenzialmente morbido che ha come risultato un buon assorbimento delle asperità. Mentre l’isolamento acustico è sufficiente, considerato il tipo di vettura e il suo target: la voce del motore e i fruscii aerodinamici alle velocità autostradali sono distintamente avvertibili nell’abitacolo, pur senza risultare fastidiosi. Assenti, invece, le vibrazioni.
Motori per tutti
Tra le caratteristiche vincenti della nuova Duster c’è la vasta scelta di motorizzazioni. È infatti disponibile con i benzina 1.0 TCe da 90 cavalli e 1.5 TCe da 150 cavalli (quest’ultimo solo con cambio doppia frizione EDC a 6 rapporti), oppure con il diesel 1.5 dCi da 115 cavalli, l’unico propulsore disponibile con la trazione integrale. Presente nella gamma anche il 1.0 Eco-G a Gpl da 100 cavalli, abbinato esclusivamente a cambio manuale e due ruote motrici.
Nella versione di punta 1.5 da 150 cavalli la nuova Duster dimostra una notevole brillantezza e fluidità di funzionamento, grazie alla trasmissione automatica. Non è tuttavia un’auto dall’indole sportiveggiante, come fanno capire il rollio piuttosto accentuato e lo sterzo molto demoltiplicato. Va guidata con calma e tranquillità, condizione in cui risulta una vettura confortevole e poco stancante, anche nei lunghi viaggi.
Il motore più adeguato ci è sembrato il tre cilindri 1.0 a Gpl, con consumi ridotti e le stesse prestazioni del corrispettivo a benzina, solo di poco inferiori a quelle del diesel, consigliato invece a chi fa tanta strada, o ha necessità del 4x4. Quest’ultimo aspetto meriterebbe un capitolo a parte: con la trazione integrale la nuova Duster dimostra un’abilità in offroad superiore alla media dei suv in circolazione, grazie a un’altezza da terra e ad angoli d’attacco che la avvicinano quasi a una fuoristrada vera (le ridotte non ci sono ma il diesel ha tanta coppia in basso).
Migliorabile la dotazione di Adas
Per rapporto qualità/prezzo la nuova Duster è ancora imbattibile: i prezzi vanno da 12.950 euro fino a 24.050 euro, ma consigliamo di partire almeno dall’allestimento Comfort (da 16.750 euro), in modo da avere - fra le altre cose - climatizzatore manuale, media display e cruise control. Dove la vettura pecca è sul fronte dei sistemi di assistenza alla guida. Oltre al già citato cruise control (non adattivo), può essere dotata di sensore di angolo cieco, multiview camera e poco altro.
Tornando alla domanda iniziale, da questo punto di vista ci sentiamo di dissentire con la Duster: avremmo potuto fare a meno facilmente della modalità eco, che abbassa ulteriormente i consumi (già ottimi), o dell'apertura keyless, ma qualche sistema Adas in più tra gli optional non sarebbe stata, in fin dei conti, una concessione al superfluo.