Ultimo aggiornamento  29 marzo 2023 15:25

Washington, più incentivi alle elettriche Made in Usa.

Paolo Borgognone ·

I parlamentari della maggioranza democratica al Campidoglio di Washington hanno ufficializzato una proposta di legge che prevede un'espansione dei crediti d'imposta per i veicoli elettrici e include sovvenzioni significativamente più elevate per i modelli a zero emissioni prodotti negli Stati Uniti, a patto che le fabbriche siano sindacalizzate.

A queste auto Made in Usa andrebbe un contributo fino a 12.500 dollari, mentre per le altre si fermerebbe a 7.500. Il disegno di legge elimina anche, almeno parzialmente, il tetto che prevede l’esclusione dagli incentivi per quelle case che abbiano venduto più di 200mila esemplari a batteria: in questo caso General Motors e Tesla - che eccedono quella cifra - potrebbero contare su un credito di 2.500 dollari.

10 anni di crediti

La manovra - se il parlamento la approverà - costerà fino a 34 miliardi di dollari nel decennio fino al 2030 e favorirà in particolare le tre grandi “sorelle” di Detroit - Gm, Ford e Stellantis - che hanno gli stabilimenti sul territorio americano e hanno in piedi accordi con la sigla di categoria United Auto Workers. Discorso diverso, invece, per Tesla - che non ha ancora un accordo coi sindacati - e i marchi stranieri, soprattutto quelli giapponesi, Honda e Toyota.

I crediti proposti durerebbero per 10 anni e i consumatori sarebbero autorizzati a dedurne il valore dal prezzo di vendita al momento dell’acquisto. A partire dal 2027, il credito di 7.500 dollari si applicherebbe solo ai veicoli prodotti negli Stati Uniti. Ci sono anche sconti più bassi per i mezzi elettrici con pacchi batteria più piccoli. Il disegno di legge sancisce che i contribuenti individuali che vogliano usufruire dei vantaggi debbano avere un reddito lordo annuo di non più di 400mila dollari e che il nuovo credito d'imposta si applicherebbe alle auto con prezzo sotto i 55mila, mentre per i camion si arriverebbe fino a 74mila.

Americani in testa

"Vogliamo - ha detto Dan Kildee, rappresentante democratico del Michigan tra i promotori della legge - mettere i produttori americani in testa e in questo modo potremmo ridurre le emissioni più velocemente che con qualsiasi altra politica che potremmo mettere in atto. In un decennio, vogliamo vedere i lavoratori americani avere buoni salari costruendo veicoli elettrici americani”.
Secondo Kildee - che ha avuto di recente un colloquio privato sull’argomento con Joe Biden -  per il presidente “la proposta è una pietra miliare della politica sul clima” tanto che è “stato molto insistente" nel chiedere un pesante credito d'imposta per le auto elettriche.

Giapponesi e Tesla furiosi

La risposta della Case giapponesi che assemblano vetture negli Usa non si è fatta attendere. In una nota, Toyota stigmatizza la proposta sostenendo che “discrimini i lavoratori americani dell'auto sulla base della loro scelta di non sindacalizzarsi”.

Honda, dal canto suo ha definito il disegno di legge "ingiusto" e ha detto che "discrimina tra i veicoli elettrici prodotti da operai americani dell'auto che lavorano duramente, semplicemente perché appartengono a un sindacato. I dipendenti Honda in Alabama, Indiana e Ohio che costruiranno i nostri mezzi elettrici meritano un trattamento giusto ed equo da parte del Congresso".

Ancora più stizzita la reazione di Elon Musk, ceo di Tesla, che su Twitter ha parlato di un provvedimento "scritto dalla lobby di Ford e del sindacato", sostenendo che non si vede come "potrebbe essere utile ai contribuenti americani".

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