Ultimo aggiornamento  28 maggio 2023 10:49

Capozza (ACI): "Per l’elettrico tempi non brevi”.

Redazione ·

“Per passare progressivamente a tecnologie sempre meno dannose per l'ambiente, anche nel settore dell’automotive, bisogna tenere in considerazione le realtà socio-economiche del Paese, ma soprattutto, essere consapevoli che i tempi non saranno brevi”. Così il Segretario Generale dell’Automobile Club d'Italia Gerardo Capozza, intervenuto all'incontro ‘Transizione ecologica e vettori energetici: l’elettrico” che si è svolto nell’ambito della 42esima edizione del Meeting per l’amicizia tra i popoli in corso di svolgimento a Rimini.
“Affinché la mobilità elettrica possa diventare più concreta e diffusa in Italia - ha continuato Capozza - c'è la necessità che sussistano determinate condizioni non facili da attuare: tra queste l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili e non inquinanti, far sì che le auto a batteria abbiano equivalenti prestazioni rispetto a quelle a motore tradizionale, (autonomia e prezzi in primis). Ma serve anche una efficiente e capillare rete di stazioni di ricarica e una sempre maggiore diffusa cultura dell’eco-sostenibilità”.

Nodi da sciogliere

il Segretario Generale ACI ha poi continuato: “Autorevoli esponenti del mondo dei motori, economisti, ingegneri, esperti del settore e anche l’Automobile Club d’Italia, pur sostenendo i veicoli elettrici, sono convinti che - nel breve periodo - i motori a combustione interna non potranno essere completamente sostituiti. I motivi sono diversi: gran parte dell'energia necessaria è ancora ottenuta da fonti fossili in centrali a carbone o a gas; i veicoli elettrici, risultano, addirittura, più inquinanti degli endotermici; lo smaltimento delle batterie non è facile né economico; la rete è ancora incapace di reggere un carico importante di veicoli; oggi le auto elettriche (a causa del prezzo di acquisto e della ridotta praticità) rappresentano solo il 6% del venduto (a dicembre 2020) e arriveranno nel 2030  a non più del 20%”.

“La transizione ecologica è più complessa di quanto immaginiamo - ha concluso Capozza - ma una transizione ‘giusta’ non può e non deve danneggiare né i lavoratori, né tantomeno le imprese. Nel nostro Paese, purtroppo, circolano ancora oltre 12 milioni di auto altamente inquinanti, si potrebbe pensare a sostituirle anche con aiuti e incentivi per l'acquisto di auto più recenti, maggiormente sicure e meno dannose per l'ambiente. Una transizione ecologica, oggi, non può prescindere dal tener conto e confronto con la demografia, l’economia, l'agricoltura, l'energia e la mobilità, tutte filiere italiane consolidate che vanno salvaguardate guardando il futuro e, quindi, inserite in un percorso di innovazione e sostenibilità con tempistiche molto più dilatate”.

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