Il countdown per l’inizio della produzione del Semi – il camion elettrico di Tesla – sembra essere finalmente prossimo allo zero. La nuova sezione della Gigafactory del Nevada, costruita proprio per ospitare la catena di montaggio del mezzo pesante, sta ultimando la preparazione con un lavoro di test e simulazioni che – normalmente – precede di pochissimo l’avvio della realizzazione in serie.
Il mezzo – secondo Tesla – dovrebbe avere una capacità di 36 tonnellate e offrire una autonomia oscillante tra i 420 e gli 800 chilometri, a seconda della versione, per prezzi che, negli Usa, andrebbero da 150mila a 180mila dollari. Il costruttore assicura anche che il Semi garantirebbe una spesa di mantenimento inferiore alla media dei concorrenti, argomento molto importante in un settore nel quale il risparmio è sempre al centro della attenzione.
Una lunga storia
La storia del Semi è già stata abbastanza travagliata. Annunciato nel 2017, il camion di “classe 8” (quella che raccoglie i mezzi più grandi) avrebbe dovuto vedere la luce già nel 2019, data obiettivo che è stata spostata prima al 2020 e poi, soprattutto causa pandemia, al 2021. In una mail ai dipendenti trapelata alla stampa, Elon Musk qualche mese fa scriveva che era "arrivato il momento di passare alla fase operativa" per il camion, senza però specificare in quella occasione un calendario vero e proprio.
Tesla ha invece recentemente rivelato che prevede di utilizzare i Semi innanzitutto per le proprie operazioni, ma anche che alcuni esemplari dovrebbero andare ai primi che hanno effettuato le prenotazioni. Tra questi la Pepsi che avrebbe richiesto la consegna di 15 mezzi per l’impianto di Modesto, California, della sua controllata Frito-Lay.