L’arrivo della bella stagione da sempre fa venire voglia di spider. Abbiamo scelto tre modelli che hanno fatto la storia di questo segmento, accompagnando in vacanza migliaia di persone con il vento tra i capelli: Fiat Barchetta, Bmw Z3 e Mercedes-Benz SLK. Vetture che hanno segnato gli anni '90 e che si candidano a diventare dei classici moderni, con quotazioni ancora alla portata di molti, ma in rapido aumento.
Fiat Barchetta 1994
Nonostante sia una vettura pensata principalmente per l’estate, la Barchetta è nata negli uffici del centro stile Fiat di Torino alla vigilia di Natale del 1990. Mario Maioli, allora capo del design Fiat e il designer greco Andreas Zapatinas immaginavano una vettura leggera, divertente, colorata e non eccessivamente costosa. Elementi tutti in linea con la politica e la storia del costruttore torinese.
In poche settimane sono nati quattro progetti chiamati come altrettante tipologie di pizze: Marinara, Diavola, Atomica e Bismark. Tra questi il consiglio direttivo guidato da Cantarella scelse la proposta “Marinara” di Zapatinas, coerente con i canoni estetici dell’epoca e perfettamente studiata per la piattaforma compatta di Fiat che l'avrebbe ospitata, la Tipo B che verrà utilizzata anche da Giorgetto Giugiaro per la Punto.
Nacque, così, la Fiat Barchetta, con motore trasversale anteriore e trazione anteriore. Linee morbide, eleganza formale e nulla di urlato, ma con alcune idee che suscitarono da subito un certo sentimento di simpatia. Per mettere in comunicazione gli interni con gli esterni i pannelli porta riprendevano il colore della carrozzeria creando un volume unico in un corpo compatto: 3,9 metri di lunghezza, 1,6 di larghezza e 1,2 di altezza. Costruita a Chivasso (Torino) negli stabilimenti della carrozzeria Maggiora, la Barchetta montava un 1.8 benzina 16 valvole da 130 cavalli, perfetto per portare a spasso i mille chilogrammi della vettura. E’ stata prodotta fino al 2005 in circa 60mila esemplari.
Bmw Z3 1995
La Z3 fu la prima Bmw scoperta ad essere entrata nel mercato di massa e primo modello del costruttore bavarese prodotto nell’impianto statunitense di Spartanburg (Carolina del Sud), oggi utilizzato prevalentemente per i suv. Il lancio della vettura fu geniale: la Z3 è stata vista per la prima volta - e qualche mese prima del debutto ufficiale - nel 1995 nel film “007 Goldeneye” guidata da Pierce Brosnan.
Anche per questa spider il focus del progetto fu la leggerezza, senza tuttavia rinunciare a uno stile d’impatto caratterizzato da una cabina arretrata e da un muso molto lungo, anche se le linee generali erano morbide per dare un aspetto elegante e non aggressivo. La Z3 aveva motore anteriore e trazione posteriore.
Lunga 4 metri, larga 1,7 e alta 1,2, al lancio le motorizzazioni proposte erano i quattro cilindri a benzina 1.8 e 1.9 da 116 e 140 cavalli, mentre successivamente arrivarono i sei cilindri in linea 2.0, 2.8, 3.0 e 3.2 (M) da 150, 192, 231 e 325 cavalli. Il 28 giugno del 2002 uscì dallo stabilimento di Spartanburg l’ultima Bmw Z3 prodotta (circa 300mila esemplari venduti). I progettisti avevano già pronta una degna erede: la Z4 disegnata da Chris Bangle.
Mercedes-Benz SLK 1996
La Mercedes-Benz SLK ha segnato una rottura con il passato. Se fino a quel momento, a parte casi eccezionali, le spider venivano progettate rigorosamente con la capote in tela per ragioni di costi e peso, il team di design guidato da Bruno Sacco, capo dello stile Mercedes dal 1975 al 1999, realizzò per la due posti tedesca una capote rigida che si poteva rimuovere premendo un pulsante.
Il complesso meccanismo permetteva così alla SLK (acronimo tedesco per sportiva, leggera e a passo corto) di trasformarsi da coupé a spider in pochi secondi con diretti benefici su rigidità torsionale, rumorosità interna e sicurezza. La prima generazione venne presentata al Salone di Torino nel 1996 e colpì tutti per le ottime proporzioni sia a tetto aperto che chiuso. La vettura era lunga 3,9 metri, larga 1,7 e alta 1,2 e aveva uno schema con motore anteriore e trazione posteriore.
In 25 secondi il vano bagagli poteva accogliere anche la struttura del tetto grazie a un sistema elettroidraulico che lavorata tramite una pompa a 200 bar di pressione. Al debutto la SLK poteva essere scelta in due varianti di potenza: 2.0 benzina aspirato da 136 cavalli (SLK 200) e 2.3 sovralimentato con compressore volumetrico da 193 cavalli (SLK 200 Kompressor). La vettura fu un successo: le previsioni di vendita del primo anno, dichiarate inizialmente in 35mila unità, arrivarono a oltre 55 mila esemplari. La prima generazione venne costruita in oltre 300mila esemplari.