Jeff Bezos lascia Amazon e va nello spazio. Detta così sembrerebbe una qualche campagna pubblicitaria da miliardari stravaganti. Invece, lui nello spazio ci va davvero, il 20 luglio prossimo, con la navicella New Shepard della sua società spaziale Blue Origin.
Ma forse ancora più sconvolgente per Bezos sarà lasciare, a partire da oggi, la posizione di amministratore delegato di Amazon, società da lui fondata nel 1994 e che da allora è diventata la più grande internet company al mondo. Bezos, ovviamente, non scompare nel nulla: rimane presidente dell’azienda e lascia il posto di ceo al suo braccio destro, Andy Jassy. Ma il cambio è comunque epocale, e mentre aspettiamo le prime mosse del nuovo numero 1 di Amazon, vediamo qual è stata la visione di Bezos in campo automotive.
Iniziative benefiche
Da un grande potere derivano grandi responsabilità. Un motto che si applica tanto a Spiderman quanto ai miliardari americani delle new-tech. Come i suoi colleghi/competitor Mark Zuckerberg, Bill Gates e Elon Musk, Jeff Bezos si è fatto portavoce delle tematiche ambientali e della lotta al cambiamento climatico. Soprattutto negli ultimi anni, sono state molteplici le iniziative filantropiche ed ecologiste messe in campo da Amazon (e anche da Bezos a titolo personale).
La chiave di volta è stata la creazione, nel settembre 2019, del “Climate Pledge Fund”, occasione in cui Amazon ha dichiarato di voler raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi sulla riduzione di emissioni di gas serra con ben 10 anni di anticipo rispetto alla data prevista del 2040. Nel programma firmato da Bezos, il colosso dell’ e-commerce si impegna a utilizzare l’80% di energia rinnovabile entro il 2024 ed il 100% entro il 2030.
Le risorse del Climate Pledge Fund vengono già utilizzate per finanziare progetti legati alla salvaguardia ambientale, come quelli per ripristinare e proteggere foreste e zone umide in tutto il mondo. A ciò si aggiunge un ulteriore fondo alimentato personalmente dal miliardario, il Bezos Heart Fund, con scopi analoghi e donazioni previste per un ammontare di 10 miliardi di dollari, di cui i primi 791 milioni sono già stati devoluti.
La flotta più sostenibile al mondo
Che Jeff Bezos abbia a cuore le sorti del pianeta è indubbio, e i modi di dimostrarlo passano anche per politiche aziendali green. Nel settembre del 2019 Amazon ha varato un piano che prevede l'acquisto di 100mila furgoni elettrici appositamente sviluppati da Rivian, startup di Plymouth specializzata in veicoli a batteria. Si tratta del più grande ordine di veicoli elettrici mai effettuato, un passo fondamentale in vista della completa elettrificazione della flotta entro il 2030.
Da questo punto di vista in Europa le cose procedono un po’ più lentamente: sono stati “solo” 1.800 i nuovi van elettrici ordinati da Amazon a Mercedes, di cui 800 andranno in Germania, 500 nel Regno Unito e i restanti verranno distribuiti tra le filiali degli altri paesi. Ma l’obiettivo di arrivare ad avere la flotta di trasporto più sostenibile al mondo passa anche e soprattutto per il “vecchio continente”.
Guardare all'intero ciclo di vita
Il colosso dell’e-commerce ha investito poi nel riciclo delle batterie: Bezos ha deciso di finanziare la Redwood Materials, startup fondata dal cofondatore di Tesla JB Straubel, che si concentra sul riutilizzo e lo smaltimento degli accumulatori esausti.
Dall’altro lato, Amazon lavora sul fronte dell’energia rinnovabile, con 127 progetti di investimento già deliberati tra eolico e solare (anche in Italia), che a pieno regime garantiranno alla società 3,4 gigawatt di energia elettrica 100% sostenibile. Il Bezos-pensiero in tal senso è chiaro: viaggiare su un’auto elettrica non basta, bisogna preoccuparsi anche di ciò che avviene prima (creazione dell’energia) e dopo (smaltimento degli accumulatori).
Fedele alla Honda Accord
Eppure, l’imprenditore nato ad Albuquerque non sembra particolarmente interessato - almeno sul piano personale - alle automobili. Bezos continua infatti a farsi vedere in giro sulla Honda Accord che dal 1997 lo accompagna nei suoi spostamenti, lui che potrebbe permettersi facilmente ben più di una hypercar elettrica.
Legame affettivo, scaramanzia, costruzione del personaggio, o lotta agli sprechi e all’obsolescenza programmata. Quale che sia la ragione della sua fedeltà alla Accord, il boss di Amazon ci pone – forse involontariamente – un interrogativo non da poco: è più ecologista consumare beni con un ridotto impatto ambientale, oppure consumare meno?