A Maranello torna un 6 cilindri dopo il primo sulla Dino 156 del 1957, ma questa volta si veste di ibrido in omaggio ai tempi e al mercato. Succede sulla nuova Ferrari 296 GTB, berlinetta a motore centrale posteriore da 830 cavalli complessivi, grazie a un 6 cilindri da 3,0 litri (2.992 centimetri cubici per l'esattezza) biturbo da 663 cavalli e a un motore elettrico da 122 chilowatt, pari a 167 cavalli. Il sistema plug-in è alimentato da una batteria da 7,45 chilowattora che permette alla due posti di andare completamente a zero emissioni per 25 chilometri. Sarà in vendita dal primo trimestre del 2022 con un prezzo di 269mila euro mentre per la versione ancora più spinta Assetto Fiorano ce ne vorranno 302mila.
"Crea un nuovo segmento"
Il cuore ibrido della 296 GTB è un propulsore inedito per un modello che “completa la gamma, non sostituisce altro e crea un nuovo segmento”, ha detto nel corso della presentazione online Enrico Galliera, direttore marketing di Ferrari. “Non ha appendici aerodinamiche”, ha spiegato Flavio Manzoni a capo del design, che ha dato alla berlinetta una linea molto pulita ed elegante con il suo cuore che batte in particolare per il posteriore, sintesi di “modernità ed elementi classici”.
Trazione posteriore e baricentro più basso
Una lunghezza di 4,56 metri per 1,96 di larghezza, due posti, trazione posteriore, cambio a otto marce già visto sugli ultimi modelli del marchio, elettronica ai massimi livelli, una potenza specifica da record per il motore termico. Sulla 296 GTB viene promesso un suono che deve aver fatto i conti con la tradizione della Casa dei V8 e dei V12 per essere altrettanto affascinante, perché “il sound è una delle cose più importanti in Ferrari”, ha sottolineato Michael Leiters, il direttore tecnico. Come dire, vietato sbagliare.
Leiters ha poi spiegato come sia stato cruciale “compensare il peso” del sistema ibrido e come sia stato abbassato di 10 millimetri il baricentro della vettura “rispetto alla F8 Tributo”. Dall’esperienza sul motore V8 della SF90 Stradale sono stati recepiti gli sviluppi in termini di camera di combustione, mentre altre parti come i turbocompressori sono stati riprogettati.
Storie da V6
Il ritorno del V6 a Maranello, insomma, è un evento nell’evento per Ferrari. E pur se tutti i dirigenti nel corso della presentazione hanno svicolato a domande sul passato, non si può non ricordare che, Dino a parte, la prima Ferrari a utilizzare un V6 in posizione centrale-posteriore è stata la 246 SP nel 1961, che vinse la Targa Florio quell’anno e il successivo. Nello stesso anno, il Cavallino vinse per altro il suo primo titolo Costruttori nel Campionato del Mondo di Formula 1 con la 156 F1, che montava un motore V6 a 120 gradi turbo in posizione centrale. La storia, per fortuna, continua.