La corsa all’elettrificazione ha aperto una nuova sfida tra i costruttori, quella delle batterie. Le strategie sono diverse: c’è chi, come Tesla, ha scelto di costruirsi direttamente in casa gli accumulatori, e chi invece punta su accordi con i colossi del settore. In entrambi i casi gli investimenti da sostenere sono senza precedenti.
La joint venture tra Volvo e Northvolt
L’ultima joint venture in ordine di tempo è quella annunciata nei giorni scorsi da Volvo con il produttore svedese Northvolt, con lo scopo di creare un centro di ricerca e sviluppo in Svezia nel 2022 e avviare una gigafactory in Europa con un potenziale di 50 gigawattora (GWh) all'anno entro il 2026.
Hakan Samuelsson, numero uno del marchio di Göteborg appartenente al gruppo cinese Geely, ha affermato che Northvolt diventerà il partner esclusivo di Volvo Cars per la produzione di batterie nel Vecchio Continente, sostenendo così la strategia dell'azienda intenzionata a vendere il 50% di auto elettriche pure entro la metà di questo decennio e sole vetture a zero emissioni entro il 2030.
Il nuovo impianto di produzione, che sorgerà in un luogo ancora da definire, sarà alimentato da energia pulita e dovrebbe impiegare circa 3.000 persone. Nella joint venture sono stati già investiti 2,31 miliardi di euro, andando a incrementare il giro d'affari della Northvolt che ha come principale azionista il gruppo Volkswagen, oltre ad avere contratti miliardari con altri big dell’auto tra cui Bmw.
Porsche e Customcells
Altro recente accordo sul fronte delle batterie è quello tra Porsche e la tedesca Customcells, specializzata in celle agli ioni di litio. Le due società hanno avviato i piani per una joint venture nella quale il marchio di Zuffenhausen, di proprietà del gruppo Volkswagen, investirà diversi milioni di euro, ottenendo una quota maggioritaria dell’80%.
Verrà così creato un impianto in Europa, senza ricorrere a partner asiatici, con una capacità di 100 chilowattora e idoneo a sfornare batterie di nuova generazione, capaci di ridurre significativamente i tempi di ricarica e aumentare l’autonomia delle vetture. Un aspetto diventato, al pari della riduzione dei costi di produzione, prioritario per accelerare la diffusione di massa dell’auto elettrica.
Abbattere i costi e aumentare l'autonomia
"Miriamo a ridurre il costo e la complessità della batteria e allo stesso tempo ad aumentarne l'autonomia e le prestazioni, questo renderà finalmente la mobilità elettrica accessibile a tutti e la tipologia di alimentazione dominante", ha detto Thomas Schmall, membro del consiglio di amministrazione del gruppo Volkswagen, ribadendo che a partire dal 2023 l'80% delle auto prodotte dai marchi facenti capo a Wolfsburg saranno equipaggiate con una nuova generazione di accumulatori dal design unificato a celle prismatiche.
Mentre Elon Musk, fondatore di Tesla, che ormai per le sue gigafactory ragiona in termini di terawattora (TWh), ha già allo studio nei laboratori della azienda californiana batterie in grado di fornire a parità di ingombro rispetto agli accumulatori convenzionali 5 volte più energia, 6 volte più potenza e il 16% in più di autonomia. Questo tagliando di circa il 50% i costi di produzione.