Giovedì 24 giugno Alfa Romeo taglierà il traguardo dei 111 anni. L'anniversario arriva mentre il brand sta vivendo il suo primo anno dell’era Stellantis e si appresta a un drastico cambio di rotta, sotto la guida del nuovo ceo Jean-Philippe Imparato (ex-Peugeot) e dell’amministratore delegato del gruppo Carlos Tavares.
Un compleanno di attesa perché i piani industriali della Casa di Arese verranno pubblicati solo a fine 2021-inizio 2022, perché si sta avvicinando la presentazione del primo nuovo modello dopo 6 anni, il Tonale, anche se in ritardo (si guarda a giugno 2022), e perché a breve si attende l'arrivo del designer Alejandro Mesonero-Romanos (ha disegnato le ultime Seat e Cupra). Nel frattempo, proviamo a fare alcune ipotesi sulla direzione che potrebbe prendere il costruttore.
Conti in rosso
Quando si parla di un brand passionale come Alfa Romeo, a cui soprattutto il pubblico italiano è molto legato, non è mai facile rimanere freddi e distaccati. Eppure, serve la razionalità dei numeri per capire quale sia l'attuale situazione della Casa: dall’inizio dell’anno Alfa Romeo ha targato in Italia - suo principale mercato - 5.132 unità, meno della metà rispetto alle 11.844 di due anni fa, e con un calo del 3% se paragonato allo stesso periodo del 2020, ultimo anno di produzione della Giulietta.
Oggi la gamma del costruttore è composta esclusivamente da Giulia e Stelvio (in stock ci sono ancora alcuni esemplari della Giulietta), che iniziano ad accusare il peso degli anni, essendo state lanciate nel 2016, e come risultato lo share di Alfa Romeo in Italia è sceso per la prima volta sotto l’1%, attestandosi allo 0,7% da gennaio. E negli altri mercati, Nord America compreso, i risultati sono anche peggiori.
10 anni per crescere
E’ questo il quadro che Imparato dovrà invertire nei 10 anni di tempo (e di investimenti) che saranno concessi da Tavares a ciascun costruttore del gruppo, ed è quindi inevitabile che la priorità per i due manager sarà quella di far crescere i volumi di vendita, almeno fino a un livello che – parole di Imparato - possa assicurare la “sostenibilità economica del brand”, coniugandosi con margini di profitto da marchio premium, quale Alfa Romeo punta a confermarsi all’interno di Stellantis.
Per farlo, bisognerà assecondare il mercato – che chiede vetture a ruote alte, elettrificazione e digitalizzazione – con un occhio ai costi (e qui vengono in aiuto le sinergie e l’utilizzo di piattaforme, powertrain e tecnologie dei francesi). Un’evoluzione inevitabile per la sopravvivenza della Casa, ma che difficilmente piacerà agli “alfisti vecchia scuola”.
I possibili modelli
Un nome della prossima line-up già lo conosciamo: è quello del suv Tonale, che entrerà in produzione nel 2022 anche in versione ibrida plug-in. Si tratta dell’ultima Alfa Romeo decisa da Fiat-Chrysler (nasce sul pianale della Jeep Compass) e andrà a inserirsi nel fondamentale segmento C, il più redditizio del Vecchio continente.
Ma i volumi maggiori si fanno nel segmento B, e Imparato lo sa bene perché le “sue” Peugeot 208 e 2008 stanno dominando il mercato europeo. Sembra molto probabile, quindi, l’arrivo di una crossover compatta costruita sulla medesima piattaforma CMP, compatibile anche con l'alimentazione elettrica. Un progetto noto come “Brennero” e per il quale inizialmente si era fatto il nome dell’impianto polacco di Tychy, dove verranno costruite almeno due vetture simili a marchio Fiat e Jeep, mentre la suv Alfa Romeo non è ancora stata confermata.
Nel 2013 Sergio Marchionne affermò che non avrebbe “mai costruito un’Alfa Romeo fuori dall’Italia”. Che Carlos Tavares voglia attenersi alla stessa linea del manager italo-canadese? Per ora si tratta solo di supposizioni, ma che venga costruita in Italia o altrove, un'erede a ruote alte della MiTo rimane un’ipotesi molto realistica.
Un occhio alle sportive
Difficile fare altre previsioni: la piattaforma Giorgio di Giulia e Stelvio non verrà più sviluppata, ma non è detto che i due modelli di segmento D (o uno solo di essi) non possano continuare a essere proposti con un look rinnovato. Invece, una nuova Giulietta con piattaforma e powertrain ibridi (o elettrici) mutuati dalla tecnologia Psa sembra – almeno per ora - improbabile: troppo alto il rischio di fare concorrenza interna al Tonale.
E le sportive? Da buon appassionato di auto, Jean Philippe Imparato ha particolarmente a cuore il tema e ha affrontato subito la questione senza alimentare false illusioni. “Sono molto interessato alla GTV, e allo stesso modo amo anche il Duetto” ha dichiarato il manager. “Non sto facendo dichiarazioni o annunci in questa fase. Prima dobbiamo portare Alfa Romeo ad un certo livello di performance economica, poi potremo discuterne”. In altre parole: prima il dovere, poi il piacere.