Oltre 16 milioni e 600 mila euro, a tanto ammontano le risorse stanziate dal Comune di Bologna per migliorare la sicurezza stradale nei prossimi quattro anni. Lo prevede il Pssu (Piano per la sicurezza stradale urbana) varato dall'Amministrazione per il periodo 2020-2023 che racchiude una serie di interventi per la circolazione coerenti agli obiettivi di mobilità sostenibile programmati per il prossimo futuro.
Post pandemia: tornano gli incidenti
"Con la ripresa degli spostamenti, nel post pandemia, prevediamo una recrudescenza degli incidenti in città", sottolinea Claudio Mazzanti, assessore alla Mobilità, che ha lanciato l'allarme anche in risposta a un recente quesito durante un "question time" in Giunta sull'argomento.
"Dopo il crollo dei sinistri nel 2020", aggiunge l'assessore, "con l'avvicinamento del ritorno alla normalità, il fenomeno si ripresenta. È obiettivo di questa Amministrazione favorire quanto più possibile lo sviluppo della mobilità sostenibile, anche attraverso interventi mirati alla messa in sicurezza delle infrastrutture e alla promozione degli spostamenti di pedoni e ciclisti, implementando gli interventi di riqualificazione e tutela dei percorsi esistenti, la creazione di alcuni nuovi, e degli interventi finalizzati al miglioramento della sicurezza stradale attraverso l'attuazione del Pssu. L'obiettivo è ridurre drasticamente i morti sulle nostre strade".
Bologna città a 30 all'ora
Gli interventi in programma sono volti a rendere il più sicuri possibile gli spostamenti nelle modalità a minore impatto ambientale che per Bologna significa le tante persone che si muovono a piedi, in bici, sui mezzi pubblici e utilizzando veicoli a zero emissioni, soprattutto auto elettriche al posto dei mezzi privati tradizionali.
Per quanto riguarda la sicurezza stradale in senso stretto, considerando che anche nel capoluogo emiliano-romagnolo, l'alta velocità è la principale causa di incidenti, si partirà dall'individuazione dei punti più a rischio sulla rete viaria. "Sarà questo", spiega Mazzanti, "il presupposto per proporre, progettare e attuare interventi di ingegneria della mobilità, intesi come adeguamento di infrastrutture e modifiche alla regolamentazione del traffico".
Si parla per esempio dell'istituzione di Zone a traffico limitato ambientali, azioni mirate per gli utenti più deboli e soprattutto di zone a velocità controllata: ricordiamo che Bologna ambisce a una visione di Città 30 ed è indicata da tempo come una delle prime aree metropolitane d'Italia dove il limite sulle strade sarà prevalentemente appunto di 30 chilometri orari.
Da strade contese a strade condivise
Ovviamente, verranno anche potenziati i controlli da parte delle forze dell'ordine e saranno pesantemente sanzionati i comportamenti più pericolosi. "Dobbiamo promuovere un utilizzo più equo dello spazio pubblico tra le diverse componenti di mobilità", insiste l'assessore Mazzanti, "per arrivare alla transizione auspicata che va dal concetto di strada come spazio conteso a quello di ambiente stradale come spazio condiviso.
Più contravvenzioni e installazioni di sistemi cosiddetti deterrenti della velocità (come gli autovelox sulle strade dove si corre di più), ma "è fondamentale che il rispetto delle regole e delle norme di comportamento in ambito stradale venga perseguito anche con azioni di altra natura, soprattutto programmi di educazione stradale fin dai primi anni di scuola", specifica l'assessore, "resta il fatto che per quei cittadini che non si adeguano al codice della strada e vanno a velocità folle non curandosi degli altri né di sé stessi, saremo ferrei: aumenteremo controlli e repressione".