E' appena nata Waabi, una start up di veicoli autonomi fondata da Raquel Urtasun, esperta di intelligenza artificiale ed ex capo dell'Advanced Technology Group di Uber, dove si occupava proorio dello sviluppo della tecnologia senza conducente.
La nuova società con sede a Toronto, specializzata nello sviluppo di veicoli pesanti commerciali autonomi, vanta una lunga lista di investitori, inclusi la stessa Uber, Radical Ventures, Omers Ventures e Aurora, ed è già riuscita a raccogliere 83,5 milioni di dollari.
Un'ottima partenza
Un inizio promettente per un'azienda che attualmente impiega 40 persone e si sta affacciando su un settore in continua espansione, con dozzine di start up che hanno come obiettivo quello di far marciare auto e camion senza conducente, in modo sicuro ed efficiente. Urtasun, che oltre ad essere fondatrice è anche ceo di Waabi, ha descritto il progetto imprenditoriale come il coronamento della propria vita lavorativa.
Ci sono due ragioni per cui Waabi punta sugli autotrasporti anziché sui robotaxi: il primo è la carenza di conducenti, un problema che, secondo Urtasun, potrebbe essere compensata dal dispiegamento di grandi flotte di mezzi autonomi. Il secondo è che le autostrade - sulle quali i camion viaggiano per la maggior parte del tempo - sono per conformazione "più semplici" delle vie cittadine per la navigazione dei veicoli senza conducente.
Approcci tradizionali
La maggior parte degli sviluppatori di veicoli driverless utilizza una forma tradizionale di intelligenza artificiale basata su una combinazione di algoritmi e sensori che rilevano oggetti e ostacoli e prendono decisioni basate su tali informazioni. Tuttavia, Urtasun, che lavora nel settore dell'intelligenza artificiale da oltre 20 anni, ha osservato che l'approccio tradizionale limita la potenza della tecnologia.
L'ingegnere afferma quindi di aver risolto i problemi connessi alle reti profonde utilizzate dall'intelligenza artificiale, combinandoli con l'inferenza probabilistica e un'ottimizzazione complessa, che descrive come una famiglia di algoritmi. Se combinati, lo sviluppatore può risalire al processo decisionale del computer e incorporare anche conoscenze pregresse in modo da non dover insegnare tutto da zero al sistema. Il primo risultato delle ricerche è un simulatore a circuito chiuso che consentirà al team Waabi di testare su larga scala scenari di guida comuni e casi limite critici per la sicurezza.
Waabi proverà comunque i veicoli anche sulle strade pubbliche, ma il simulatore consentirà all'azienda di fare meno affidamento su questa forma di test, che è invece l'approccio scelto da altre start up. "Possiamo persino prepararci per nuove aree geografiche prima di guidarci", ha dichiarato la ceo. "Questo è un enorme vantaggio".
L'intento di Urtasun non è quello di sconvolgere l'ecosistema del settore della guida autonoma, ma di contribuire al suo sviluppo: questo spiega ad esempio il sostegno ricevuto da altre società che operano nello stesso campo."Era il momento di fare davvero qualcosa di diverso", ha detto Raquel Urtasun. E ci sta riuscendo.