Buone notizie per la messa in sicurezza delle nostre strade. Stando ai dati registrati da Siteb (Strade italiane e bitumi), l'associazione delle aziende italiane che si occupano di lavori stradali, sia nel 2020 che nel primo trimestre di quest'anno, il consumo di asfalto è aumentato in maniera significativa.
Asfalto ed export in aumento
Anzi, stando all'associazione, c'è stato un vero e proprio boom nel settore dei lavori stradali, nonostante la pandemia e in controtendenza rispetto agli ultimi dieci anni durante i quali gli interventi di manutenzione sulla nostra rete si erano ridotti "al minimo indispensabile".
Tornando ai dati di Siteb, nel 2020 la produzione di conglomerato bituminoso, principale indicatore delle attività di manutenzione stradale, è stata di 32 milioni di tonnellate (+6,7%), contro i 30 milioni di tonnellate del 2019, grazie prevalentemente agli appalti Anas e alla crescente attività di manutenzione delle concessionarie sulle autostrade di propria competenza.
L'associazione prevede un trend positivo anche per quest'anno (i dati definitivi però non sono ancora disponibili) evidenziando anche che oggi il nostro paese, sottolinea il presidente Michele Turrini, "è tornato a produrre bitume e a esportarlo in modo significativo: in Italia l’export vale addirittura il 78% del mercato interno".
Manutenzione, occasione per l'Italia
La ripresa dei lavori sulle strade, spiega ancora il presidente, "sono certamente un segnale positivo per la sicurezza della nostra rete viaria per troppi anni dimenticata e per cui abbiamo pagato spesso un elevato costo sociale: rimettere in sesto il nostro patrimonio stradale significa, oltre a garantire che sciagure come quelle vissute nel recente passato non si ripropongano, anche rilanciare la competitività delle nostre imprese e ridurre il divario tra le diverse aree del Paese".
"I fondi del Pnrr (il Piano nazionale ripresa e resilienza, ndr) che arriveranno dall'Europa costituiscono un'occasione unica per riparare ai 10 miliardi di euro di mancati investimenti negli scorsi anni che hanno seriamente compromesso il nostro patrimonio stradale, provocandone il graduale deterioramento", conclude Turrini, "in alcuni casi il degrado è entrato negli strati profondi delle pavimentazioni e ora sono necessari circa 22 miliardi di euro di investimenti per rendere sicura e al passo con i tempi l'intera rete stradale”.