Ultimo aggiornamento  31 marzo 2023 15:06

Elettriche, acque agitate per le startup.

Angelo Berchicci ·

La crisi dei semiconduttori sta colpendo duro il settore automobilistico a livello mondiale. Se per le grandi Case il principale rischio è quello di un blocco temporaneo della produzione, per le startup elettriche - che si apprestano a dare vita ai loro primi modelli - il problema può essere ben più grave. Carenze nelle forniture, rincari nei prezzi dei chip, scadenze diventate difficili da rispettare e volatilità degli investitori stanno mettendo a dura prova queste realtà.

Una situazione critica

Nella Silicon Valley questa crisi arriva nel momento meno opportuno, visto che molte startup avevano già rimandato il debutto dei propri modelli a causa della pandemia. Ora per aziende come Rivian il mancato rispetto della roadmap significherebbe la perdita di importanti finanziamenti, mentre quelle quotate in Borsa devono guardarsi bene dal mandare messaggi negativi agli investitori, già allarmati dalla situazione delicata.

Anche per questo motivo, interpellati nelle scorse settimane dai media americani, i portavoce di Rivian, Bollinger, Fisker e Lucid hanno evitato di rilasciare dichiarazioni riguardo la situazione delle rispettive aziende. L’emergenza, inoltre, rischia di avvantaggiare le concorrenti cinesi, che oltre a godere di maggiori capacità di finanziamento (spesso grazie a enti parastatali) sembrano meno esposte alla carenza di chip, visto che i principali fornitori si trovano proprio in Cina.

Aumentano i costi

Rispetto a un grande costruttore, le dimensioni contenute delle startup possono comportare sia pro che contro. Da un lato, come ha dichiarato il ceo di Lucid Peter Rawlinson al Financial Times, queste imprese possono godere di una maggiore flessibilità. “Non abbiamo bisogno di enormi forniture costanti di chip, e di conseguenza è più facile soddisfare il fabbisogno di componenti”. Tuttavia, per lo stesso motivo - osserva Rawlinson - le startup hanno “una forza contrattuale inferiore. Non abbiamo il potere di acquisto e di influenza sui prezzi che ha una multinazionale”.

Sono proprio i prezzi a preoccupare anche chi non è colpito dai problemi di approvvigionamento. E’ questo il caso di Lorsdtown Motors, azienda dell’Ohio, che a settembre dovrebbe lanciare il suo primo veicolo, il pick up elettrico Endurance. Le unità previste nel 2021, tuttavia, sono state fortemente ridimensionate: da 2.200 si arriverà nel migliore dei casi a 1.000 vetture, a causa dei costi cresciuti oltre le aspettative, tanto da costringere a rivedere la produzione in mancanza di ulteriori capitali. Il rincaro dei semiconduttori ha fatto la sua parte, ed è un problema particolarmente sentito per chi - come le startup - può contare su risorse limitate.

Poca fiducia sui mercati

Ad aggravare il quadro ci pensa la volatilità sui mercati finanziari, che dopo un inizio dell’anno favorevole per le startup, sembrano aver cambiato orientamento. Negli ultimi tre mesi i titoli di Fisker a Wall Street hanno perso il 44,6%, quelli di Nikola il 41,8%, quelli della Churchill Capital Corp (la società con cui Lucid ha intenzione di fondersi) il 29,3%, e quelli della Lordstown il 57,74%.

La situazione di quest’ultima si è aggravata dopo la recente presentazione del Ford F-150 Lightning, che avrà una versione da lavoro con un prezzo di partenza inferiore all’Endurance. Il giorno successivo gli analisti di Wolfe Research hanno declassato il rating della startup, non credendo nelle sue possibilità di competere realmente con il pick up di Ford, che rappresenta la variante a batteria della vettura più venduta in America.

La concorrenza delle Case tradizionali

Un episodio che fa riflettere: molte startup hanno iniziato a sviluppare i propri veicoli anni fa, ma ormai sembrano aver perso il vantaggio della prima mossa sulle grandi Case, che si sono dimostrate ben più rapide e concrete nel portare a termine i progetti, e hanno recuperato buona parte del ritardo.

Ad esempio, il primo pick up elettrico sul mercato sarà il Rivian R1T (le cui consegne sono previste per l’estate), un progetto partito nel 2017. Dopo pochi mesi, nella primavera 2022, arriverà il Ford F-150 Lightning, il cui sviluppo è iniziato solo lo scorso anno. E in 48 ore la vettura di Ford ha raccolto oltre 45mila prenotazioni, che Rivian impiegherebbe anni a soddisfare. La strada delle startup si preannuncia in salita.

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