L'associazione no profit Transport and Environment, che si occupa di temi inerenti la mobilità, ha spronato l’Unione Europea affinché vengano inaspriti con rapidità gli obiettivi sulle emissioni di CO2 per i furgoni e i veicoli commerciali, in modo da stimolare il passaggio ai modelli elettrici ed eliminare gradualmente la circolazione di quelli a combustibile fossile.
Secondo un’analisi effettuata da T&E, dal 2017 al 2020 le vendite di furgoni commerciali nel Vecchio continente non hanno mostrato variazioni significative verso i mezzi ecologici. Questo perché gli obiettivi di CO2 fissati per la categoria sono talmente deboli che la maggior parte dei produttori può raggiungerli senza immatricolare un singolo furgone a emissioni zero.
Gli elettrici valgono solo il 2% del mercato
"Gli standard entrati in vigore all'inizio del 2020 avrebbero dovuto rendere i furgoni più puliti, ma i costruttori non hanno dovuto fare quasi nulla per raggiungerli e i mezzi elettrici hanno contato appena i 2% del totale mercato", ha detto in una nota il responsabile del trasporto merci di T&E James Nix.
Il quale ha anche sottolineato come, al contrario, le autovetture elettriche e quelle ibride plug-in lo scorso anno siano triplicate, superando il milione di unità e rappresentando oltre il 10% delle vendite complessive. Questo proprio grazie a rigorosi obiettivi di CO2 e ai sussidi governativi.
Eliminare anche i mezzi ibridi plug-in
Secondo T&E è allora necessario che l'Unione europea fissi come obiettivo almeno una riduzione del 60% di emissioni di CO2 entro il 2030, per poi arrivare nel 2035 al 100% vietando di fatto le vendite di furgoni con motore a combustione. Compresi i modelli ibridi plug-in (PHEV), perché i proprietari non li ricaricano correttamente e fanno troppo affidamento sul motore a combustibili fossili.