Ultimo aggiornamento  28 maggio 2023 04:57

4 maggio 1966, Fiat sbarca in Urss.

Massimo Tiberi ·

Un accordo storico tra un’azienda simbolo del capitalismo internazionale e il governo dell’Unione Sovietica: la caduta di un tabù - in piena guerra fredda - che si concretizza cinquantacinque anni fa con la firma di un protocollo tra il presidente e amministratore delegato della Fiat Vittorio Valletta e il ministro russo Aleksandr Tarasov.

E’ l’atto formale di nascita il 4 maggio del 1966 di quello che sarà uno dei più grandi complessi industriali del mondo e che il manager genovese, scomparso nel 1967 dopo aver ceduto il bastone di comando a Gianni Agnelli, non vedrà compiuto. La fabbrica VAZ, Volzhsky Automobilny Zavod, viene realizzata nella regione di Samara nei pressi della città di Stavropol, ribattezzata Togliatti in ricordo del segretario del Partito Comunista Italiano, e diventata operativa nel 1970 con ben 270 chilometri di catene di montaggio, 182 presse fornite dalla Innocenti, fino a circa 200mila lavoratori e un potenziale produttivo di un milione di vetture all’anno.

Un impegno che ha coinvolto anche ingegneri e operai della casa torinese e che ha visto addirittura, da parte della Fiat, la pubblicazione di un dizionario tecnico italiano-russo destinato a favorire la collaborazione per il migliore esito del progetto.

La prima vettura derivata dalla Fiat 124

Il primo frutto è la VAZ 2101-2102 battezzata in patria Zhigulì (dal nome delle alture circostanti la fabbrica) e in occidente conosciuta con il marchio Lada, la nave dell’eroe cosacco antizarista del ‘600 Sten’ka Razin. Modello derivato dalla nostra 124, nelle versioni berlina e wagon, irrobustito in alcune componenti e con un motore 1.200 benzina da 60 cavalli, di pari cilindrata ma più raffinato di quello d’origine (albero a camme in testa al posto del laterale).

L'antesignana dei suv

Di fatto sarà l’auto che motorizzerà la Russia e dalla longevità incredibile, sul mercato per oltre quarant’anni senza modifiche sostanziali, a parte limitate migliorie, cubature maggiorate e varianti diesel. La spina dorsale della VAZ affiancata, a partire dal 1976, da un’altra icona come la Niva, antesignana dei  moderni suv compatti e dalle ottime doti off-road, ancora sulla breccia.

Il motore Wankel e le sinergie con General Motors e Porsche

Il complesso di Togliatti vivrà, comunque, le fasi alterne dell’industria sovietica e del passaggio alla nuova Russia, cercando di attualizzare la produzione negli anni Ottanta con modelli come la Samara a trazione anteriore o la city-car Oka, sperimentando il motore Wankel e stipulando accordi con la General Motors e collaborazioni tecniche perfino con la Porsche.

Oggi un un polo strategico per il gruppo Renault-Nissan

Nel 2008 l’ingresso nell’orbita Renault-Nissan, che acquisisce il 25% del pacchetto azionario e porta ad utilizzare gli impianti anche per vetture di derivazione Dacia, dalla Logan-Sandero alla Duster. Un polo diventato strategico per il gruppo franco-nipponico, dal respiro internazionale, profondamente aggiornato e tornato ad elevati ritmi produttivi.

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