Dopo ventotto anni di vita vissuta intensamente, 350mila esemplari sparsi per il mondo, il Ducati Monster si rifà il look. Dei tratti somatici caratteristici mantiene la compattezza e, con una certa discrezione, la gibbosità tipica del suo serbatoio. Sotto, il motore bicilindrico, oltre che rimanere configurato a “L”, conserva la funzione di supporto alla ciclistica.
Ancora più leggero
Snello, corto e basso, il nuovo Monster perde 18 chili e l’ago della bilancia, a secco, si ferma a 166 chili. Questo già basterebbe per immaginarlo come un condensato di moderne tecnologie costruttive, anche senza soffermarsi a osservare le sue attuali, inconsuete, forme asciutte, che occupano il posto delle “rotondità” che l’hanno accompagnato fin dalle origini.
Ma è mettendosi alla guida che il Monster palesa un nuovo modo di intrigare, in particolare per le differenti e sorprendenti prestazioni dinamiche. Principianti e piloti navigati possono amare questa moto allo stesso modo: a conquistare i primi è certamente la maneggevolezza, figlia di quote ergonomiche studiate per preferire il comfort, si veda il manubrio più vicino e le pedane esattamente sulla verticale dei glutei del pilota. Inoltre la percezione di controllo aumenta, senza pregiudicare quella guida sportiva tanto cara agli “habitué” delle uscite domenicali, perché la reattività nei cambi di direzione e la rapidità nelle entrate in curva sono di altissima qualità.
Gestione elettronica sopraffina
La nuova Monster si fa forte di un motore desmodromico Testastretta 11° da 937 centimetri cubici, mentre 111 sono i cavalli di potenza massima. Potrebbero sembrare tanti per circolare su strade aperte al traffico, ma vengono messi a terra con quella delicatezza che è propria di una gestione elettronica sopraffina. Attuata per mezzo di una piattaforma inerziale, la maggior parte dei sistemi sono personalizzabili e controllabili attraverso i “riding mode”. Tutti dispositivi “Evo”, di ultima generazione, a partire da quello di trazione all’Abs Cornering, che permette di frenare in curva limitando di molto le perdite di aderenza, anche a moto piegata.
L’impianto radiale si avvale di un’unità Brembo M4.32, quindi progressività e forza frenante trovano riscontro pratico nelle decelerazioni più energiche. Alle accelerazioni da fermo, invece, è deputato il “Launch Control”, e le eventuali impennate sono regolate dal “Wheelie Control”. In più c’è una nuova frizione a comando idraulico, ma serve solo a partire, poiché i cambi marcia possono essere fatti senza chiudere il “gas” o tirare la leva della frizione: il sistema elettronico rende il cambio morbido e preciso, sia in progressione di velocità sia in scalata.
La strumentazione Tft da 4,3” si ispira a quella della Panigale V4, regola automaticamente la luminosità ai cambiamenti di luce esterna, anche le frecce rientrano da sole dopo le svolte. Del nuovo Ducati Monster esiste anche una versione “+”, con in più un piccolo cupolino e il coprisella passeggero. Tre i colori disponibili, i prezzi partono da 11.290 euro. Il Monster depotenziato, per patentati A2, costa 1.000 euro in meno.