Lamborghini, Maserati e Porsche: tre marchi che nell'immaginario collettivo non sono certamente associati alle monovolume. Eppure, nel corso della loro storia, questi brand - solitamente impegnati nella realizzazione di automobili sportive - hanno dato una loro interpretazione della tipica architettura per famiglie. Naturalmente sotto forma di concept car.
Per la Lamborghini Genesis e la Maserati Buran i costruttori hanno affidato il progetto a realtà indipendenti (rispettivamente Bertone e Italdesign), Porsche ha sviluppato la sua Vision Renndienst internamente. il marchio di Stoccarda ha poi deciso di divulgare immagini e informazioni di progetto solo in un secondo momento, quando il capo del design Michael Mauer ha aperto le porte del centro stile per la realizzazione del libro “Porsche Unseen” (Le Porsche mai viste).
Lamborghini Genesis
Il progetto Genesis nasce alla fine degli anni 80. Il costruttore di Sant’Agata Bolognese decide di stupire tutti al Salone di Torino del 1988 e affida a Bertone la realizzazione di una concept car col compito di esplorare il mondo dei minivan, senza tuttavia perdere eccessivamente la natura sportiva di Lamborghini. Il progetto di Marc Deschamps, al tempo numero uno del centro stile Bertone, impiegò oltre 30mila ore di lavoro per essere realizzato tra disegni, modellazione e prototipo finale.
I designer hanno lavorato molto sull’aerodinamica del veicolo, che sembra levigato dal vento ed è totalmente privo di spigoli, concentrandosi al tempo stesso sulla grande luminosità interna, raggiunta grazie a una parte alta quasi completamente in vetro. Il telaio utilizzato dalla Genesis era quello della Lamborghini Espada: la monovolume era lunga 4,4 metri e aveva un passo di 2,6 metri. Sotto al cofano c'era il V12 da 5,1 litri della Countach Quattrovalvole, in grado di erogare 455 cavalli di potenza.
Montato anteriormente, il propulsore era abbinato a un cambio automatico di origine Chrysler a tre marce e la sua posizione longitudinale aveva consentito ai progettisti di installarvi sopra i sedili anteriori. La Genesis poteva ospitare comodamente cinque persone grazie a una disposizione su tre file con una poltrona posizionata al centro del veicolo. I passeggeri potevano salire e scendere molto facilmente grazie all’apertura ad ali di gabbiano delle portiere anteriori, di sicuro effetto scenico, e al portellone scorrevole laterale.
Maserati Buran
Nel 2000 la Italdesign di Giorgetto Giugiaro si dedica a sviluppare una monovolume a marchio Maserati, realizzata guardando oltreoceano. La Buran infatti nasce come una perfetta ammiraglia per gli Stati Uniti, un mercato all'epoca estremamente florido per le monovolume, che Maserati poteva ulteriormente arricchire portando in dote stile e qualità tipici del made in Italy.
Lunga 5 metri, larga 1,95 e alta 1,63 con 2,93 metri di passo, la Buran univa l’idea di architettura a sviluppo verticale - più volte affrontata da Giugiaro nel corso della sua carriera (ne sono esempi lampanti la Lancia Megagamma del 1978 o il New York Taxi del 1976) - al concetto di lusso.
I cinque passeggeri venivano infatti ospitati in altrettante comode poltrone indipendenti e viaggiavano in un ambiente ovattato, avvolti da un abitacolo interamente rivestito di Alcantara e altri materiali di pregio. La vettura, che non superò mai la fase prototipale, era spinta da un V8 di 3,2 litri, capace di erogare 370 cavalli di potenza perfettamente distribuiti sulle quattro ruote grazie alla trazione integrale.
Porsche Vision Renndienst
La Vision Renndienst è la più recente delle tre concept. Nata nel 2018, ha una propulsione 100% elettrica ed è un omaggio al camioncino Volkswagen T1 utilizzato dalla squadra corse Porsche negli anni ’60 per trasportare i ricambi meccanici. Come per la Lamborghini Genesis, il design della Vision Renndienst è fortemente influenzato dall’aerodinamica, che ha definito forme lisce e volumi pieni.
L'ampio frontale è dominato dal grande parabrezza, mentre la fiancata non presenta la tradizionale vetratura dedicata ai passeggeri posteriori, ma ospita le corsie per le portiere a scorrimento. Questa monovolume è in grado di trasportare sei persone, che prendono posto nell’abitacolo con una posizione insolita: il guidatore è al centro, mentre alle sue spalle sono state installate cinque poltrone disposte su due file separate.