Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha presentato alla Camera il Recovery Plan, ovvero il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), necessario per sbloccare 191,5 miliardi di euro messi a disposizione dal Dispositivo europeo per la Ripresa e Resilienza.
Gli aiuti di Bruxelles, che rientrano nel programma Next Generation EU per la ripresa post-pandemica, saranno costituiti da 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni a fondo perduto, e 122,6 miliardi di euro in prestiti. Ecco quali sono le misure destinate alla mobilità e quali le principali differenze rispetto alla precedente bozza, messa a punto dal governo Conte a gennaio.
Aumentano i fondi per la mobilità
Il Recovery Plan, che entro il 30 aprile verrà inviato per l'approvazione alla Commissione Europea, continua a essere strutturato in sei missioni fondamentali. Rispetto alla precedente versione si tratta di un documento più corposo (319 pagine contro 168) e dettagliato. La seconda missione, rivoluzione verde e transizione ecologica, è ancora quella che assorbe la maggior parte dei fondi: 57,5 miliardi di euro complessivi, da spendere in riforme, investimenti e sussidi.
All’interno di questa macro-area aumentano però i fondi destinati alla mobilità sostenibile, che ora ammontano a 26,56 miliardi di euro (nella precedente versione erano 18,22). Risorse che verranno spese per incrementare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, rafforzare le smart grid (reti di gestione intelligente dell’energia), e promuovere la produzione e l’utilizzo dell'idrogeno, sia nell’industria che nei trasporti.
Nel documento si parla di riconvertire impianti industriali dismessi alla produzione di idrogeno verde (ovvero sostenibile perché prodotto tramite elettrolisi), nonché di costruire stazioni di ricarica di idrogeno sia per il trasporto stradale che per quello ferroviario, per una capacità di 5 gigawatt entro il 2030. Infine, una parte dei fondi verrà spesa per creare centri di ricerca e sviluppo specializzati nell’idrogeno.
Attenzione anche alla rete di ricarica
Attenzione anche al trasporto locale, che riceverà complessivamente 10,18 miliardi di euro per rafforzare la mobilità "soft" e ultimo miglio (interventi in cui rientrano ad esempio le ciclovie e gli hub di interscambio treno-bici), e per il rinnovo delle flotte di mezzi pubblici con veicoli sostenibili.
Inoltre, nel PNRR compaiono ora voci di spesa che non erano previste nella precedente versione, come l'ampliamento della rete di ricarica per veicoli elettrici: sono 21.500 i punti di ricarica rapida che si intende sviluppare, di cui 7.500 in autostrada, oltre a 100 stazioni sperimentali con tecnologie per lo stoccaggio dell’energia. Vengono preventivati anche interventi a favore di una filiera europea di componentistica per auto elettriche. Ad esempio, gli impianti per la produzione di batterie, da sviluppare in consorzio con gli altri paesi dell'Unione europea.
Non si accenna alla manutenzione stradale
Nel PNRR messo a punto dal governo scompare però ogni riferimento alla manutenzione stradale e autostradale. La bozza licenziata dal precedente esecutivo comprendeva una specifica voce in tal senso all’interno della missione 3 (infrastrutture per una mobilità sostenibile).
Oltre al rafforzamento della rete ad alta velocità, si parlava di messa in sicurezza e monitoraggio digitale di strade, viadotti e ponti, con particolare riferimento alle Autostrade A24 e A25 (interventi per cui si prevedeva uno stanziamento totale di 3,2 miliardi di euro).
Il testo del Recovery Plan attualmente in esame alla Camera non accenna più a misure simili all’interno della missione 3, che ora si focalizza esclusivamente sul rinnovamento e potenziamento della rete ferroviaria, per cui sono previsti 25 miliardi di euro.