I soldi del Recovery Plan andrebbero usati per costruire nuove infrastrutture e ammodernare quelle esistenti, perché è anche con una mobilità efficiente che l’economia italiana potrà ripartire. Le infrastrutture dell’Italia che torna a crescere dovranno integrare tecnologie, sicurezza e sostenibilità e inserirsi in un sistema intermodale che agevola gli spostamenti tra centri urbani e periferie e riduce traffico e inquinamento.
Lo affermano i 448 manager italiani di aziende pubbliche e private intervistati nelle scorse settimane da EY SWG in un sondaggio realizzato per l’EY Summit sulle infrastrutture 2021 “Costruzioni e intermodalità”.
Energia green per le grandi opere
Il Recovery Plan - o meglio il Piano nazionale di ripresa e resilienza, PNRR - dovrà essere presentato dall’Italia alla Commissione europea entro questo mese con progetti dettagliati per ciascuna area chiave - come transizione verde, digitale e trasporti - per ottenere i fondi stanziati per il rilancio delle economie dell’Unione. Secondo 7 manager su 10 si tratta di una fondamentale occasione per uscire dalla crisi e tornare a crescere.
Tra gli obiettivi di investimento le grandi opere infrastrutturali sono prioritarie nel 46% delle risposte; solo la digitalizzazione, l’innovazione della Pubblica amministrazione e l’istruzione sono citati di più. La transizione verso fonti di energia rinnovabili concentra il 40% delle risposte; il 13% va agli investimenti in intermodalità, porti e aeroporti.
La mobilità del futuro
In questo quadro il rispetto per l’ambiente gioca un ruolo da protagonista in quasi tutte le risposte. Per il 53% dei manager il primo obiettivo degli investimenti italiani nei prossimi anni dovrebbe essere la realizzazione di infrastrutture sostenibili sia in fase di costruzione (per esempio, nei materiali impiegati) che negli aspetti di manutenzione. Tre quarti dei manager pensano che un’opera andrebbe progettata prevedendo anche un’eventuale rimozione a costo zero per l’ambiente.
Il 40% del campione considera inoltre prioritario costruire infrastrutture intelligenti, ovvero dotate di sensori e connessione Internet che le fanno dialogare con i mezzi di trasporto e gli utenti finali e permettono di tenere sotto controllo il loro stato di salute. Il 28% ritiene fondamentale garantire contemporaneamente l'accesso ai servizi digitali: un automobilista non può fare a meno della connettività per tenersi informato e viaggiare in sicurezza.
Anche Hyperloop e treni a idrogeno
I manager chiedono anche di creare sistemi integrati nelle aree urbane (50%), incentivare le forme di mobilità sostenibile (65%) e adottare soluzioni tecnologiche innovative, come Hyperloop (per il trasporto ad alta velocità all'interno di tubi a bassa pressione) e i treni alimentati a idrogeno (51%).
Dovranno modernizzarsi anche i gestori delle infrastrutture, concentrandosi sull'innovazione per una mobilita smart, sostenibile e resiliente. Altre aree considerate essenziali per il mondo dei trasporti sono la sicurezza degli utenti, gli interventi contro il dissesto idrogeologico e la progettazione delle smart city. A proposito di queste ultime: il loro primo segno distintivo, secondo il sondaggio, sarà proprio l’efficienza delle infrastrutture e dei mezzi di trasporto.