Ultimo aggiornamento  08 giugno 2023 18:13

Anfia, Federauto e Unrae per la transizione ecologica.

Redazione ·

"Guidare la transizione ecologica. Il rilancio dell’automotive per una mobilità sostenibile" è stato il tema dell'evento digitale condotto dai presidenti Paolo Scudieri (Anfia - Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), Adolfo De Stefani Cosentino (Federauto - Federazione Italiana Concessionari Auto) e Michele Crisci (Unrae - Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri).

"Abbiamo sentito l’esigenza di parlare alle forze politiche per il futuro della mobilità che ci sta a cuore", ha sottolineato Crisci, il quale ha mostrato come la transizione sia già cominciata negli ultimi anni attraverso le innovazioni tecnologiche nei diversi cicli omologativi. Ma la stessa, come detto dallo stesso presidente di Unrae, "va guidata per assicurare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale". È necessario quindi un piano operativo di breve-medio periodo che si occupi del rilancio del settore fortemente colpito dalla pandemia. E un piano strategico di medio-lungo verso una mobilità sempre più sostenibile come strumento di sviluppo e di crescita del Paese.

"Numeri impietosi"

"Rispetto agli altri Paesi europei, i dati italiani sono impietosi", afferma Scudieri di Anfia, mostrando come i dati nazionali. Il 2020, infatti, è stato l'anno nero del settore con un -27,9% nelle immatricolazioni (-535mila auto rispetto al 2019) e una conseguente produzione dei veicoli diminuita in un solo anno del 15%, nonostante una ripresa nel secondo semestre dovuta sia agli incentivi che all'accelerazione produttiva delle Case in previsione di possibile nuovi blocchi. Un focus dovuto sulle auto "green" (mild hybrid, plug-in e full electric): la produzione nel 2020 sorride rispetto al 2019, passando da uno 0,1% del totale, al 17,2%, con una prospettiva di chiudere l'anno in corso al 37,5%.

Dealer in difficoltà

La pandemia non ha risparmiato neppure i concessionari che tra il 2019 e il 2020 hanno registrato una diminuzione del fatturato medio del -25%. “Il sostegno al mercato introdotto nella seconda parte dell’anno, attraverso gli incentivi destinati alla domanda, ha consentito di arginare le perdite ma la strada per ritornare in equilibrio è ancora tutta in salita", ha detto Adolfo De Stefani Cosentino di Federauto. "Un deciso cambio di passo, anche per accelerare il rinnovo del parco circolante auto obsoleto e poco sicuro e colmare il gap competitivo con gli altri principali Paesi dell’Europa, è rappresentato dalla riforma della fiscalità auto. La quota delle auto aziendali sul mercato italiano è la più bassa (36%) se confrontata con quella di Germania (62,9%), Regno Unito (54,2%), Francia (53,1%) e Spagna (49,8%) e un intervento sulla percentuale di detraibilità dell’IVA per gli acquisti effettuati da aziende e professionisti e sulla soglia di massima deducibilità dei costi, anche in ottica green, non è più rinviabile. Inoltre, nell’ambito di una strategia complessiva di rilancio del settore automotive risultano imprescindibili una semplificazione e rimodulazione della tassa automobilistica e l’introduzione di misure strutturali con orizzonte temporale medio-lungo per gli investimenti delle imprese di autotrasporto”.

Bene ibride e processo di rottamazione

A proposito di vendite, febbraio 2021 è un mese storico nel nostro Paese poiché, per la prima volta in assoluto, le ibride (hev) hanno superato le auto diesel immatricolate (29% contro 24,6%). Rimangono in testa le benzina con il 33% della quota di mercato, mentre le full electric affiancano le metano al 2,4%. Tuttavia, però, ci sono ancora margini di miglioramento per svecchiare un parco auto ancora vetusto, insicuro e inquinante. L'Italia, infatti, ha un'età media di vetture circolanti di 11,5 anni e le ante Euro 4 coprono il 29,3% del totale. Un importante incremento va segnalato nelle rottamazione che tra agosto e dicembre 2020 ha totalizzato un incoraggiante +15,8%, merito degli incentivi con cui sono state rottamate 125mila auto. Un processo che è necessario anche dal punto di vista della sicurezza alla guida: nel 2020 il 26,81% dei veicoli in Italia non ha gli Adas mentre nel 2015 erano ben il 56,92%.

Le proposte

In sintesi, le proposte di Anfia, Federauto e Unrae rivolte al Governo vertono su un piano strategico per guidare il mercato verso l’elettrificazione dei veicoli e accelerare gli investimenti per le nuove tecnologie con particolare attenzione all’automazione, alla connettività, alla diffusione delle infrastrutture (pubbliche e domestiche), anche per l’idrogeno. Rifinanziare con urgenza gli incentivi in esaurimento e rendere strutturale fino al 2026 l’ecobonus e prevedere ulteriori incentivi per il ricambio del parco circolante di veicoli destinati al trasporto merci e a quello collettivo di persone. Allo stesso tempo è necessario avviare una complessiva riforma fiscale sul settore, in particolare, per le auto aziendali a sostegno delle imprese italiane oggi penalizzate rispetto agli altri Paesi europei. Con l’occasione è auspicabile anche una rimodulazione del “bollo auto” in chiave green. 

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