Ultimo aggiornamento  02 giugno 2023 04:22

Usa, l’industria auto tratta con Biden.

Paolo Borgognone ·

Alcune delle più importanti Case automobilistiche avrebbero avanzato all’amministrazione Biden un'offerta di mediazione in tema di controllo dei consumi e quindi delle emissioni.

La notizia – riportata dalla Associated Press che cita fonti che hanno scelto di rimanere anonime – parla di una proposta lanciata, tra le altre da General Motors, Toyota e Stellantis. L’industria vorrebbe indurre il governo a trovare una via di mezzo tra le regole volute da Trump e quelle attualmente applicate in California e in altri 13 stati.

L’amministrazione precedente, sostenuta proprio dai costruttori che ora chiedono a Washington una trattativa, aveva stabilito un aumento medio dei chilometri percorsi per gallone di carburante tra il 2021 e il 2026 non superiore all’1,5% annuo. La California e le altre amministrazioni statali che ne hanno seguito l’esempio ha raggiunto con alcune altre Case (Ford, Honda, Bmw, Volkswagen e Volvo) un compromesso al 3,7% di incremento annuo nello stesso periodo. La legge abrogata da Trump - nata sotto il governo Bush e perfezionata da Obama, di cui Biden era il vice – arrivava al 5% annuo.

Secondo l’Associated Press, i costruttori avrebbero chiesto – in cambio di un parziale inasprimento delle richieste – l’istituzione di un "moltiplicatore" che darebbe loro crediti aggiuntivi con il crescere del numero dei veicoli elettrici venduti. La loro speranza sarebbe quella di ottenere un accordo – anche solo preliminare – prima del 22 aprile quando, in occasione di un vertice mondiale sul clima e della Giornata mondiale della Terra, Washington dovrebbe annunciare nuovi obiettivi sulle emissioni.

Sempre l’organo di stampa con sede a New York riferisce che la Casa Bianca starebbe "valutando la proposta, sottolineando, comunque, che le trattative con i costruttori sono soltanto all’inizio” e che – in ogni caso – “andrà considerata la portata delle emissioni per tutti i veicoli, quindi con particolare attenzione ai suv”, molto cari ai produttori di auto visti gli alti volumi di vendita.

California prudente

Un portavoce del California Air Resources Board, che regola la lotta all'inquinamento nello stato della costa occidentale, il più popoloso degli Usa, non ha voluto commentare la proposta delle case automobilistiche ma ha detto che l'agenzia "continua a sostenere gli standard più rigorosi possibili per i veicoli".

Dal canto suo il senatore del Delaware Tom Carper - presidente del comitato per l'ambiente e i lavori pubblici - dopo un incontro con Biden sugli standard di efficienza e di emissioni dei veicoli, ha detto che l'accordo della California è “un utile punto di partenza”. A suo avviso tutte le case automobilistiche dovrebbero aderirvi, mentre continuano i negoziati per andare anche oltre il 2026 e soddisfare gli obiettivi dell'accordo di Parigi sul clima.

Critiche ambientaliste

Duri i gruppi ambientalisti, secondo i quali nella proposta delle Case non ci sarebbe uno sforzo sufficiente a far calare le emissioni in maniera sensibile, con conseguenze gravi sui cambiamenti climatici. Inoltre – viene osservato – se venissero accolta l’offerta dei costruttori si creerebbe un pericoloso “doppio mercato” interno, nel quale le auto seguirebbero standard differenti a seconda dello stato in cui l’acquirente vive.

Uno scenario che già in passato ha fatto ipotizzare una crescita dei prezzi delle autovetture, con conseguenze anche sui lavoratori di un settore, già in difficoltà per il calo del mercato, la pandemia e ora la carenza di chip che ha costretto alcune fabbriche a un inatteso stop.

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