Ultimo aggiornamento  30 maggio 2023 20:20

Speciale Tech: l'arrivo di Apple (2ª puntata).

Paolo Odinzov ·

Dall’iPhone alle auto, il passo che potrebbe cambiare il destino della Apple lo stanno aspettando in tanti. Un'auto con il marchio della Mela, non solo un sistema proprietario per la guida autonoma. Un progetto fatto finora di tanti stop and go, al quale diversi analisti credono.

I primi sono quelli di Bernstein Research, che già nel 2015 avevano ipotizzato una possibile discesa in campo di Apple nel settore della mobilità con una propria vettura individuando 5 principali motivi: l'enorme mercato a disposizione, l'opportunità di realizzare un prodotto diverso, le ampie risorse finanziarie, la capacità di trovare nicchie redditizie e l'emergente capacità di produzione automobilistica in Cina.

Oggi Bernstein ha pubblicato una proiezione secondo cui Apple potrebbe arrivare già nel 2030 a ben 1,5 milioni di auto, competendo alla pari nel settore premium mondiale con i tre marchi tedeschi Mercedes, Bmw e Audi, che nel 2020 hanno venduto ciascuno intorno ai 2 milioni di unità. Mentre Citigroup ritiene che l'azienda di Cupertino, lanciando una Apple Car nel 2024, potrebbe raggiungere una capitalizzazione di borsa "monstre", pari a 3mila miliardi di dollari, cioè circa il 50% in più di adesso.

Numeri clamorosi che stanno agitando le acque dei costruttori di auto. Se a domanda non richiesta i ceo di Bmw e Volkswagen hanno fatto sapere di "dormire sonni tranquilli” di fronte a una ipotetica Apple Car, il ceo del gruppo Toyota ha ammonito l'azienda della Silicon Vallley: non sarà facile.

Il progetto Titan

Del Project Titan di Apple per un'auto elettrica e driverless o soltanto di un sistema di guida autonoma si parla di anni, ma nelle ultime settimane c'è stata una accelerazione. Dopo voci insistenti su un accordo a portata di mano, il gruppo Hyundai ha smentito di essere pronta a costruire con Apple un'auto nuova. E successivamente è toccato a Nissan tirarsi fuori da ogni possibile intesa.

Con chi farla?

Apple ha risorse e capacità per creare il software per la guida autonoma ma non per costruire un'auto con il proprio marchio. Il nodo da sciogliere sembrerebbe dunque trovare un socio con cui realizzare il veicolo.  Uno che, insomma, metta ruote e motore a una sorta di iPhone gigante destinato non solo a viaggiare nella rete ma anche sulle strade. Trovando una concreta convenienza nel diventare un fornitore di Apple, cosa che un costruttore di auto non potrebbe fare per ovvi motivi.

Caccia ai partner

Se Apple davvero scendesse in campo, anzi in strada, rimarrebbero poche opzioni per Cupertino. Per Bloomberg i partner ideali potrebbero essere produttori a contratto come Foxconn - taiwanesi già partner nei prodotti tech - o Magna - nordamericani con lunga esperienza nell'automotive. Il colosso canadese di componentistica potrebbe essere in pole: ha già un contratto per costruire per il neonato marchio di auto elettriche Fisker il suv Ocean e ha già lavorato in passato nell'assemblaggio di vetture di diversi costruttori tra cui Jaguar, Land Rover e Daimler.

Apple Garage?

Da Apple comunque ci si può aspettare di tutto, essendo proprio le sfide impossibili il principale pilastro su cui fino ad oggi ha fatto affidamento per il suo successo. Senza citare il "solito" iPhone basti pensare all'iPod con cui ha infilato la musica in tasca a milioni di utenti, facendo praticamente sparire con gli Mp3 i compact disc e rivoluzionando il mercato della musica.

Anche se passare dagli Apple Store a degli Apple Garage non sarebbe una passeggiata: il business dell'auto non è fatto solo di produzione ma anche di assunzione di responsabilità per l'intero ciclo di vita di un veicolo, come ha ammonito Akio Toyoda. E chissà che Oliver Zipse e Herbert Diess possano poi avere sonni così tranquilli.

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