Il 2020 non è stato un anno facile per nessuno, gruppo Volkswagen compreso. Il colosso tedesco ha visto una consistente riduzione delle vendite a causa della pandemia di coronavirus (9,3 milioni di unità a livello globale per un calo del 15,2% pari a 1,6 milioni di auto in meno), numeri che hanno avuto un impatto negativo sui risultati finanziari e che hanno fatto scivolare il gruppo al secondo posto dietro a Toyota per numero di consegne.
Nel 2020 il fatturato del gruppo è stato di 222,9 miliardi di euro, registrando così un calo dell’11,8% rispetto al 2019. L’utile operativo tuttavia si è attestato a 10,6 miliardi di euro, un risultato in linea con gli obiettivi dichiarati lo scorso anno, “reso possibile dall’ottimizzazione dei costi in diversi settori e dalla ripresa nella seconda metà dell’anno di alcuni mercati, in particolare quello cinese”, dice Frank Witter, direttore finanziario del gruppo ormai prossimo alla pensione e che viene sostituito da Arno Antlitz (già direttore finanziario di Audi).
Marchi in perdita, 2021 in ripresa
Le perdite interessano quasi tutti i marchi del gruppo tedesco. Volkswagen ha realizzato 454 milioni di profitto operativo contro i 3,78 miliardi del 2019 (-18%) per un margine operativo dello 0,6%. I ricavi di Audi si sono attestati a 2,7 miliardi di euro, in rosso del 39,3% rispetto all’anno precedente (ritorno operativo sulle vendite pari al 5,5%). Risultati in calo rispetto al 2019 anche per diversi altri brand del gruppo, tra cui Seat (in rosso di 339 milioni di euro con margine operativo sulle vendite a -3,9%) e Porsche (4 miliardi di euro di fatturato operativo -4,5%, ma con un margine pari al 15,5%).
“Ci aspettiamo per il 2021 una ripresa graduale ma solida che continuerà anche per gli anni a venire”, dice Arno Antlitz nel suo primo intervento da direttore finanziario del gruppo durante la presentazione in un evento online del bilancio. “Il ritorno operativo sulle vendite quest’anno si attesterà intorno al 5-6,5%, per arrivare nel 2022 al 6-7% e nel 2023 all’8%, superando così il 7,6% del 2019 e raggiungendo un valore strategico per investimenti e crescita”.
Si spinge su elettrificazione, piattaforme e software
Herbert Diess, ceo del gruppo Volkswagen, ha rassicurato gli investitori confermando gli investimenti che “porteranno la società a diventare un fornitore di servizi di mobilità grazie a elettrificazione, digitalizzazione e connessione”. Saranno 46 i miliardi di euro che verranno investiti in questi settori nei prossimi cinque anni, mentre nel 2030 la quota di veicoli elettrici venduti sarà del 50% a livello globale e del 60% in Europa sui volumi totali del gruppo.
“Le consegne di veicoli 100% elettrici e ibridi plug-in quest’anno saranno più di 1 milione nel mondo contro le 422.100 unità del 2020”, continua Diess. Risultati che potrebbero essere raggiunti anche per l’offensiva di nuovi prodotti elettrici in atto: “Entro l’estate arriveranno i suv Skoda Enyaq iV e Audi Q4 e-tron, seguiti nella seconda parte dell’anno dalla ID.6 (per la Cina) e dalla Cupra Born costruita nello stabilimento di Zwickau”.
Per il capitolo piattaforme l’obiettivo è quello di operarne una standardizzazione (oggi i modelli a zero emissioni vengono prodotti sulla Meb e sulla Ppe) per arrivare dal 2024 all'utilizzo della sola Ssp, altamente modulabile: “Qui potremo costruite tutti i nostri modelli di vari brand e segmenti”, assicura Diess. Infine, i software. Il sistema operativo VW.OS (oggi installato sui modelli che utilizzano la Meb) conoscerà una versione aggiornata (1.2) per le vetture basate sulla Ppe e una completamente nuova (2.0) su quelle costruite sulla Ssp. La Borsa ha apprezzato i nuovi piani: le azioni Volkswagen hanno avuto un balzo fino al 29%.