Sarebbe impossibile rendere giustizia nel giro di alcune puntate all’eredità di un gruppo come Stellantis che conta al suo interno ben 14 brand. Concludiamo quindi il nostro speciale con una carrellata delle youngtimer più interessanti della grande famiglia che, per motivi di spazio, non abbiamo potuto approfondire nei precedenti articoli.
Rally replica
Una delle tipologie di vetture sportive più apprezzate dagli appassionati sono le rally replica. Parliamo di vetture create per poter omologare le auto da gara in ossequio ai regolamenti sportivi degli anni ’80 e ’90, dove a detenere il ruolo di regina per celebrità e successi è la Lancia Delta HF Integrale.
Prodotta dal 1986 al 1993, la versione più sportiva della compatta torinese passa attraverso numerosi cambi di estetica e denominazione (dalla prima Delta HF 4WD all’ultima Delta HF Integrale “Evo 2”), ma il denominatore comune rimane il quattro cilindri da 2 litri turbocompresso e la trazione integrale permanente. E’ doveroso fare un salto indietro nel tempo e citare anche le stelle del Gruppo B, le rarissime versioni stradali della Lancia 037 e della Delta S4, ma anche la sua acerrima rivale Peugeot 205 T16, e la sfortunata (e ben meno conosciuta) Citroën BX 4TC. Vetture che oggi hanno quotazioni a 5 zeri.
Piccole
Una degna rappresentante delle “hot hatch” anni ’90 è stata la Peugeot 106 Rallye, grazie alla sua leggerezza e alla vivacità del suo 1,6 litri aspirato. Utilizzata spesso come base di partenza per allestire versioni da competizione, aveva un’impostazione simile (condividevano anche lo stesso pianale) alla coeva Citroën Saxo VTS.
Impossibile non citare l’erede della Fiat Uno Turbo, la Punto GT col suo 1,4 litri turbo da 133 cavalli. Anche se più recenti, possono essere considerate già delle youngtimer le prime vetture realizzate dall’Abarth, rinata nel 2007: le 500 e Grande Punto Abarth, dotate del 1,4 T-jet con potenze rispettivamente di 135 e 155 cavalli, le cui quotazioni sono in aumento, soprattutto se dotate del kit di potenziamento Esseesse.
Compatte
Parla prevalentemente italiano la nicchia delle compatte sportive. La prima vettura che citiamo è la Fiat Tipo 16 valvole con il suo 2,0 litri aspirato da 145 cavalli. Il pianale della Tipo servì anche per la realizzazione della seconda generazione di Lancia Delta, che ebbe decisamente meno successo della precedente. Tuttavia, nella versione a tre porte chiamata HPE, la vettura era declinata anche in versione HF, spinta da un 2 litri turbo da 186 cavalli, una youngtimer rara e sottovalutata.
Spostandoci in quel di Arese, merita più di un cenno l’Alfa Romeo 147 GTA, spinta dallo storico V6 “Busso”, che in questo caso raggiunge la cilindrata di 3,2 litri e i 250 cavalli di potenza. Infine, facciamo un salto in Germania per ricordare l’interessante Opel Astra GTC OPC del 2006 e il suo 2 litri turbo da 240 cavalli.
Coupé
Nel segmento delle coupé, già ampiamente trattato durante lo speciale, meritano di essere annoverate altre due rappresentanti di spicco: la Fiat Coupé disegnata da Chris Bangle, la cui versione di punta era mossa dal famoso 5 cilindri 2,0 litri turbo 20 valvole da 220 cavalli, e l’elegante Lancia K Coupé, ultima vettura realizzata dalla Casa con questo formato di carrozzeria.
Cabrio
Iniziamo dalla scoperta per antonomasia: l’Alfa Romeo Spider “Duetto”, che nell’ultima generazione (prodotta dal 1989 al 1994) può essere considerata a tutti gli effetti una youngtimer. Degna di nota è anche la Fiat Barchetta, opera del designer greco Andreas Zapatinas e spinta da un 1,8 litri aspirato da 130 cavalli. Cambiamo genere con la Peugeot 206 CC, la prima a portare sulle utilitarie il tetto rigido apribile elettronicamente (in stile Mercedes SLK), e con la Citroën C3 Pluriel, che poteva trasformarsi in cabriolet, in spider a due posti e addirittura in pick-up grazie al suo tettuccio ripiegabile e ai montanti asportabili. Molto rara, soprattutto in Italia, è l’Opel Speedster, sportiva con carrozzeria di tipo targa basata sul telaio della Lotus Elise.
Wagon/berline
Un’auto da collezionisti con carrozzeria station wagon non è affatto un ossimoro, come dimostra la Lancia Thema, la cui variante station wagon fu tra i primi esempi di “giardinetta di lusso”, e venne realizzata da Pininfarina nel suo stabilimento di Grugliasco. Inoltre, con il motore di punta - il 2 litri turbo 16v dal 205 cavalli (sulla terza serie) - era capace di prestazioni importanti, anche se non arrivava al livello della più recente Alfa Romeo 156 GTA, disponibile sia in carrozzeria berlina che Sportwagon. Qui la linea disegnata da Walter de Silva incontrava il V6 da 3,2 litri, in grado di sviluppare 250 cavalli.
Rimanendo in quel di Arese bisogna ricordare l'ultima Alfa a trazione posteriore prima dell'attuale Giulia, la 75, molto apprezzata in tutte le versioni e soprattutto in quella di punta, la Turbo Evoluzione. Più o meno negli stessi anni la sua sfidante francese era la Peugeot 405 disegnata da Pininfarina, che nelle due varianti sportive Mi16 X4 e T16 faceva rivivere le emozioni dei rally raid. Merita una citazione l’ultima ammiraglia Fiat, la Croma, le cui valutazioni stanno crescendo, soprattutto se dotata del 2,0 litri turbo da 150 cavalli. Dall’altra parte delle alpi la sua avversaria era la Citroën XM, disegnata da Bertone.
Suv e fuoristrada
Quando si parla di vetture a ruote alte a essere tirato in causa è il ramo americano di Stellantis. Una youngtimer particolare per chi ama l’avventura può essere la prima generazione di Jeep Wrangler, lanciata nel 1987, lo stesso anno in cui esce di scena la nostrana Fiat Nuova Campagnola, ultima incarnazione della fuoristrada introdotta negli anni ’50.
Un modello che potrebbe andare incontro a una rivalutazione è la Opel Frontera del 1991, il primo esempio di suv prodotto da un brand generalista, che rientrava nello stesso segmento della seconda serie di Jeep Cherokee, la XJ del 1983.