Potrebbe suonare strano definire “d’altri tempi” una vettura che ha debuttato nel 2017, ma di fatto per la Mazda CX-5 è così. Il suv giapponese ignora (volutamente) alcune tendenze che oggi vengono considerate imprescindibili: ad esempio, non adotta elettrificazione, né downsizing (i suoi motori a benzina sono aspirati di media cilindrata), continua a offrire due alimentazioni diesel, un cambio automatico con “sole” 6 marce, e un display non touchscreen.
Eppure, per comfort e piacevolezza di guida non ha nulla da invidiare alle concorrenti, facendo nascere il dubbio che, forse, certe soluzioni non siano poi così indispensabili come si crede. Chiariamo subito che non si tratta di sviste ma di scelte, coerenti con la filosofia Mazda di non inseguire le mode e offrire soluzioni originali. Va anche inteso che la CX-5 non è un’auto poco tecnologica, come dimostra il nuovo sistema infotainment al passo coi tempi, che debutta sulla versione 2021.
Si distingue
Esternamente la CX-5 è sempre la stessa: le linee pulite, il frontale dominato dalla grande calandra e il gioco di superfici concave e convesse del “Kodo design” la rendono una vettura che si distingue dalla massa, soprattutto se abbinata al Soul Red Crystal tipico di Mazda. Internamente, poi, l’attenzione ai dettagli e la qualità dei materiali ha raggiunto livelli paragonabili a vetture di segmento premium.
Dietro c’è spazio in abbondanza per le gambe dei passeggeri, anche se quello centrale deve fare i conti con il tunnel della trasmissione. Il bagagliaio, di 506 litri (che diventano 1.620 ribaltando i sedili posteriori), ha un volume in linea con quello degli altri suv medi, ma il fondo non è dei più regolari per via dei passaruota pronunciati.
Dà il meglio in alto
Abbiamo guidato la versione 2,0 litri a iniezione diretta di benzina Skyactiv-G da 165 cavalli, abbinata al cambio automatico e al sistema di trazione integrale i-Activ AWD. Sono disponibili anche un cambio manuale a 6 marce e la sola trazione anteriore, mentre il resto della gamma motori conta lo Skyactiv-G da 2,5 litri e 194 cavalli e il 2,2 litri diesel Skyactiv-D in due step di potenza, 150 e 184 cavalli.
Il quattro cilindri aspirato della nostra prova non ha la coppia in basso dei più diffusi motori turbo (il picco di 213 newtonmetri si raggiunge a 4mila giri) e, complice il peso aggiuntivo dato dalla trazione integrale, durante i sorpassi – magari a pieno carico o in salita - obbliga a scalare più di una marcia e a far lavorare il motore nella zona alta del contagiri.
Non si tratta di un difetto ma di una caratteristica, visto che il cambio automatico a 6 marce è rapido e fluido nelle cambiate, mentre il propulsore risponde prontamente ai comandi dell’acceleratore (il cui feeling è stato migliorato sulla versione 2021) ed è ben disposto a raggiungere regimi non indifferenti (la potenza massima si ottiene a 6mila giri).
Da guidare in souplesse
Ovviamente, sfruttando il contagiri crescono i consumi (noi abbiamo registrato una media di 13,5 chilometri/litro nel misto, ma il dato è influenzato dalla salita verso il Monte Terminillo), e anche la voce del motore, il quale tuttavia rimane praticamente esente da vibrazioni, merito anche dei controalberi di bilanciamento.
Più che sportivamente, la Mazda CX-5 è un’auto da guidare in souplesse. E’ allora che il pacchetto motore-cambio-telaio dà il meglio di sé: lo smorzamento garantito dagli ammortizzatori è tra i migliori della categoria, e ad andatura di crociera il propulsore gira in sesta attorno ai 2mila giri (la rapportatura del cambio non fa rimpiangere l’assenza di ulteriori marce), garantendo un ottimo comfort acustico e consumi attorno ai 17 chilometri/litro, grazie alla disattivazione dei cilindri.
Completa e intuitiva
Le migliorie apportate sul model year 2021 hanno riguardato soprattutto l’introduzione dell’allestimento speciale “Homura” e l’adozione del nuovo sistema infotainment con schermo ora da 10,25 pollici, che rimane comandabile solo tramite il rotore sul tunnel centrale.
Non è chiaro se, effettivamente, questa soluzione distragga meno rispetto a un touchscreen, ma di sicuro la nuova interfaccia grafica è molto intuitiva, e permette di accedere facilmente a tutte le funzioni, che includono Android Auto e Apple Car Play. Comodi e funzionali i comandi fisici del climatizzatore. Grande attenzione è stata data alla sicurezza: la dotazione di Adas è completa, ben tarata e di facile utilizzo.
Una scelta diversa
Con i suoi 4,55 metri la Mazda CX-5 si inserisce nel segmento dei suv medi, dove i nomi dei concorrenti sono numerosi e importanti: Volkswagen Tiguan, Ford Kuga, Toyota Rav4 e Honda CR-V. Rispetto alle rivali, la CX-5 offre un’esperienza di guida diversa ma altrettanto valida, e un’attenzione a finiture e comfort che la portano a insidiare modelli premium come la DS7 Crossback o le tedesche. Peccato, però, per l’assenza di una motorizzazione mild hybrid, presente invece sulla più piccola Mazda CX-30.