LONDRA - Aston Martin prevede di quasi raddoppiare le vendite nel 2021 e migliorare i suoi conti, dopo un 2020 molto difficile nel quale la casa del lusso britannica è stata colpita dalla pandemia, ha cambiato management ed è stata costretta a cercare denaro fresco per sostenere le spese, tanto da vedere la crescita della quota azionaria detenuta da Mercedes al 20%.
Aston Martin conta di vendere quest'anno circa 6mila auto, quasi il doppio rispetto ai dodici mesi precedenti, quando le consegne si erano fermate a 3.394 esemplari. La previsione ha fatto balzare il titolo in borsa del 9%.
L'azienda ha subito nel 2020 una perdita che ha sfiorato i 540 milioni di euro, in netto peggioramento rispetto al 2019 quando il “rosso” ammontava a circa 138 milioni, con una contrazione delle vendite - a causa della chiusura di showroom e fabbriche per l’epidemia di Covid-19 – pari al 42%, sempre in paragone al 2019.
Il nuovo presidente esecutivo di Aston Martin, il magnate canadese Lawrence Stroll, si è detto “soddisfatto” dei progressi fatti da Aston Martin, pur prevedendo anche per il 2021 un bilancio da sistemare.
Il riscatto in un suv
La principale arma nelle mani del marchio per risalire la china è il suv DBX, la cui produzione ha preso il via nello stabilimento in Galles nel 2020 e che ha avuto un discreto impatto in un segmento in continua espansione. Entro dicembre scorso ne sono stati consegnati 1.516 esemplari a livello globale e l'azienda prevede un'ulteriore crescita nel suo primo anno intero di vendite, soprattutto in Cina dove tutti i costruttori stanno assistendo a una forte ripresa della domanda.
"Abbiamo prodotto il Dbx per meno di sei mesi – ha detto il ceo di Aston Martin Tobias Moers, subentrato ad Andy Palmer la scorsa estate - quindi ci aspettiamo di vedere una grande crescita sul mercato cinese”.