Il 2021 non si è aperto nel migliore dei modi per il mercato automobilistico europeo. Stando ai numeri dell’Acea, l’associazione dei costruttori, a gennaio le immatricolazioni nel Vecchio continente sono state 842.835 (dati Eu+Efta+Uk), ovvero 292.063 in meno rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, per un calo del 25,7%. Una performance negativa (si tratta del valore più basso mai registratosi a gennaio) causata dalla perdurante epidemia di coronavirus, con le conseguenti misure di lockdown, ma anche dalla presenza in molti mercati di un giorno lavorativo in meno rispetto al 2020.
I paesi
A gennaio praticamente tutti i paesi del continente europeo hanno riportato un saldo negativo, a eccezione di Svezia (+ 22,5%) e Norvegia (+7,7%), dove la crescita è stata trainata dalle immatricolazioni di auto elettriche. Dei quattro principali mercati Ue, il peggiore è la Spagna con -51,5%, seguita da Germania (-31,1%), Italia (-14%) e Francia (-5,8%). La Gran Bretagna, ormai fuori dall’Unione Europea, fa registrare un -39,5%.
I gruppi
Nel primo mese dell’anno tutti i principali gruppi fanno segnare perdite a doppia cifra. In testa alla classifica, con la quota di mercato maggiore (ma anche la percentuale di perdita più ampia, -28,1%) continuiamo a trovare Volkswagen, seguito dal nuovo gruppo Stellantis, che fa il suo debutto in Europa con un -27,4%. Terza piazza per Renault, a -22,9%, quindi Bmw (-16,8%), Hyundai (-21,6%), Toyota (-20,2%) e Daimler (-17,9%).
I marchi
In continuità con l’andamento dello scorso anno, a soffrire sono soprattutto i brand giapponesi minori, Mitsubishi (-63,5%), Honda (-55,9%) e Mazda (-38,8%), e i marchi premium non tedeschi: Jaguar (-52,5%), Alfa Romeo (-46,7%), DS (-44,9%), Lexus (-34,6%) e Land Rover (-33%). Fa eccezione invece Volvo, uno dei pochi brand a crescere (del 3,6%).
Tutti gli altri marchi si attestano intorno a una perdita media del 25%, con alcuni picchi negativi per Volkswagen (-31,6%), Opel (-33,5%) e Hyundai (-31,8%). Si segnala infine la buona performance di Porsche (+0,9%), mentre Alpine e Smart vanno incontro a crescite importanti (+18.46% e +191.3%), dovute molto probabilmente all’aver rimandato le immatricolazioni durante gli ultimi mesi del 2020, dal momento che non si segnalano novità nelle rispettive gamme.