La Commissione di Bruxelles ha approvato lo “European Battery Innovation”, un progetto di comune interesse europeo (tecnicamente chiamato Ipcei) a sostegno della ricerca e dell’innovazione nel settore delle batterie per auto elettriche.
Il programma – presentato dall'Italia e da altri 11 stati membri, Austria, Belgio, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Polonia, Slovacchia, Spagna e Svezia – verrà finanziato con un totale di 2,9 miliardi di euro che dovrebbero essere affiancati da fondi privati per altri 9 miliardi,
Il progetto – che integra e si aggiunge a quello approvato nel 2019 per 3,2 miliardi di euro e come il precedente nasce all’interno dell’iniziativa “European Battery Alliance” - riguarderà l'intera “catena del valore delle batterie”, come si legge nel comunicato ufficiale della Commissione, “ponendo l'accento sulla sostenibilità: dall'estrazione delle materie prime alla progettazione e alla produzione degli elementi delle batterie, fino al riciclaggio e allo smaltimento, all'insegna dell'economia circolare”.
Ricadute per tutta l’Unione
Bruxelles ha lanciato l'iniziativa “European Battery Alliance” nel 2017 nel tentativo di sviluppare un'industria che accompagni la diffusione di una mobilità sempre più a basse emissioni, garantendo che il continente non rimanga dipendente dai prodotti importati o dalla tecnologia provenienti da altre parti del mondo.
"Le grandi sfide con cui l'economia europea deve misurarsi sul piano dell'innovazione – ha detto in questa occasione Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza - possono comportare rischi eccessivi per un solo Stato membro o una sola impresa. Fare squadra per sostenere l'industria nello sviluppo di batterie più sostenibili e innovative è quindi una scelta logica da parte dei governi europei. Il progetto odierno è un esempio di sinergia tra politica di concorrenza, innovazione e competitività: apre la strada all'innovazione pionieristica, facendo leva su una quantità limitata di risorse pubbliche per attirare investimenti privati garantendo al contempo distorsioni minime della concorrenza. Ma un sostegno di questa entità non può essere incondizionato. L'intera società deve poter beneficiare dell'investimento, motivo per cui le imprese che ricevono l'aiuto devono generare ricadute positive in tutta l'Unione europea."