Nonostante la contrazione globale del mercato auto e la pandemia di coronavirus, il 2020 è stato un anno chiave per la diffusione delle auto elettriche. Anche grazie alla crescita del valore di Tesla – che ha sfiorato il mezzo milione di auto consegnate nei dodici mesi – e alla scelta di molti altri costruttori, come General Motors, di investire ingenti capitali sul futuro a batteria. Altro punto di svolta è stata la elezione a presidente degli Stati Uniti di Joe Biden. Il candidato democratico ha fatto dell’ambiente e della sua tutela – anche attraverso lo stimolo a una maggiore popolarità delle vetture a zero emissioni - un cavallo di battaglia della propria politica. Tanto da convincere gli analisti internazionali come Dan Levy di Credit Suisse di un immediato cambio di ritmo: “Gli Usa – ha scritto Levy ai suoi investitori all’indomani della vittoria di Biden - sono in ritardo rispetto a Cina ed Europa nella adozione dei veicoli elettrici, ma questo potrebbe mutare presto”.
I primi passi sono stati significativi: a poche ore dal suo insediamento il nuovo presidente ha firmato la richiesta di nuova adesione al Trattato di Parigi sul cambiamento climatico e ha ordinato alle agenzie federali di occuparsi della revisione degli standard sulle emissioni di carburante dei veicoli, tagliati dall'amministrazione Trump. Ma il piano Biden per l’incentivazione dell’elettrico va ben oltre e si può articolare in 5 punti.
“Cafe”
Le regole federali sul risparmio di carburante - formalmente note come standard Corporate Average Fuel Economy, o Cafe - sono state progettate per spingere le case automobilistiche ad aumentare l'efficienza dei consumi dei loro veicoli e ridurre la dipendenza del paese dai combustibili fossili. Secondo le disposizioni volute dalla presidenza Obama, i costruttori avrebbero dovuto aumentare l'efficienza del carburante delle loro flotte del 5% annuo dal 2021 al 2026. Cifra ridotta da Trump all’1,5%, che si traduce in un consumo medio a livello di flotta di 40,4 miglia per gallone invece di 46,7 entro il 2026.
Durante la sua campagna, Biden ha promesso di "stabilire ambiziosi standard di risparmio di carburante" e di negoziarli con gruppi ambientalisti, case automobilistiche e altre parti coinvolte. Un atto che potrebbe spingere l'intero settore a una transizione a batteria più veloce.
Rottamazione
Biden si è detto pronto a sostenere un programma di sconti "cash for clunkers" (letteralmente “contanti per catorci”) che incoraggerebbe gli americani a rottamare i veicoli più vecchi, sostituendoli con auto nuove meno inquinanti, e aiutando i dealer a ridurre gli stock.
Un programma simile – che prevedeva un credito fino a 4.500 dollari - è stato lanciato dall'amministrazione Obama per stimolare l'economia e le vendite di nuovi veicoli durante la recessione nel 2009.
Crediti d'imposta
I consumatori possono attualmente ottenere un credito d'imposta federale fino a 7.500 dollari sull'acquisto di un veicolo elettrico ibrido completamente elettrico o plug-in. Tuttavia l'incentivo inizia a decrescere gradualmente dopo che una casa automobilistica ha raggiunto la quota di 200mila auto vendute.
Solo Tesla e General Motors hanno raggiunto quella soglia finora ed entrambe hanno esercitato pressioni sul Congresso per aumentarla o estendere il credito d'imposta esistente. Gm in particolare ha sviluppato una propria proposta per un programma nazionale incentrato sull'accelerazione dell'adozione di veicoli elettrici che – secondo la Casa di Detroit - potrebbe portare oltre 7 milioni di veicoli elettrici in strada entro il 2030.
Parte della spinta all'energia pulita di Biden passa anche per gli incentivi fiscali per l'energia pulita, incluso il ripristino dell'intero credito d'imposta federale per i veicoli elettrici. Il nuovo quadro sarebbe stato "progettato per indirizzare i consumatori della classe media e, nella misura più ampia possibile, per dare priorità all'acquisto di veicoli realizzati in America", si leggeva nel sito della campagna elettorale del presidente. L'attuale sistema è stato criticato per aver concesso crediti d'imposta ai veicoli elettrici più costosi e di fascia alta i cui proprietari potrebbero probabilmente permetterseli senza crediti d'imposta federali.
Infrastrutture
Biden ha promesso 400 miliardi di dollari in investimenti pubblici in energia pulita, comprese le tecnologie per le batterie e i veicoli elettrici. Parte di tale piano include una spesa pubblica con 500mila nuove prese di ricarica da realizzare entro la fine del 2030.
La carenza di questa infrastruttura, i costi di installazione e la lentezza nel "fare il pieno" sono stati tutti citati come i maggiori ostacoli per i consumatori statunitensi che vogliano passare all’elettrico.
Gli Stati Uniti hanno attualmente meno di 29mila punti di ricarica pubblici, secondo il Dipartimento dell'Energia. Per la società di dati sul carburante GasBuddy, le stazioni di servizio tradizionali sul territorio nazionale sono invece oltre 136mila.
Sovvenzioni
Il governo degli Stati Uniti ha a lungo sovvenzionato le aziende attraverso prestiti e agevolazioni fiscali per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie. Tesla, per esempio, ha ottenuto 465 milioni di dollari nell'ambito del programma Advanced Technology Vehicle Manufacturing del Dipartimento dell'Energia nel gennaio 2010.
Un'espansione di tali programmi potrebbe contribuire all'ulteriore sviluppo di veicoli elettrici grazie a start up come Lordstown Motors e Fisker, entrambe quotate in borsa dall'anno scorso.
L'analista di BofA Global Research (settore di studio della Bank of America) John Murphy ha descritto lo stimolo governativo sotto il Green New Deal di Biden come "una potenziale soluzione al problema di reperire capitali che attanaglia il settore”.
"Buy American"
Un altro passo in avanti è l’ordine esecutivo “Buy American” con il quale Biden ha stabilito che tutta la flotta di auto e camion di proprietà del governo dovrà essere formata da veicoli a batteria e assemblati negli Usa.
L’amministrazione non ha specificato in quanto tempo dovrà avvenire il passaggio della "enorme flotta" del governo ai veicoli elettrici. Il presidente ha però sottolineato come questo progetto “aiuterà il piano della amministrazione per creare 1 milione di nuovi posti di lavoro nell'industria automobilistica statunitense”.
Biden ha anche annunciato piani per un uso più rigoroso delle parti di proprietà americana nei veicoli acquistati dal governo, il che renderà ancora più difficile la transizione. Il presidente ha detto che gli standard attuali - che richiedono che le parti di un veicolo siano almeno al 50% di provenienza dagli Usa – “non sono sufficienti. L'azione esecutiva che firmo oggi non richiederà solo alle aziende di fare più componenti in America, ma che il valore di queste componenti contribuisca in maniera significativa alla nostra economia e ai posti di lavoro americani”.