Le prime parole di Carlos Tavares da ceo di Stellantis tracciano la direzione che il nuovo gruppo - nato ufficialmente il 16 gennaio 2021 dalla fusione di Psa e Fiat Chrysler - ha intenzione di prendere per il futuro: “Vogliamo essere attori di una mobilità sicura, pulita e accessibile e diventarne leader”. Tavares parla subito di obiettivi: “Saremo in grado di raggiungere sinergie per 5 miliardi di euro. L’80% di questi risultati sarà effettivo già nel 2024”.
Debutto a Wall Street
Prime dichiarazioni che fanno correre il titolo Stellantis al debutto a Wall Street e che al momento di scrivere guadagna un +10,6%. Bene anche Milano, +2,9%, e Parigi, +3,5%.
La nuova mentalità internazionale dice Tavares, prende spunto "dalle diversità di cultura degli oltre 400mila collaboratori provenienti da 150 nazioni diverse”: "non è una questione di grandezza, ma di crescita in tutti i campi della mobilità del futuro, dall’elettrificazione alla guida autonoma alle nuove tecnologie. Arriveranno presto ulteriori investimenti in questi settori”.
Identità di brand, nuovi modelli e mercati
Tavares promette nuovamente che ciascun brand avrà una sua precisa identità e un suo definito posizionamento e assicura che non ci saranno sovrapposizioni di sorta. “Nessun marchio sarà eliminato, un portfolio di brand così ricco è la nostra vera forza”. Entro la fine del 2021 saranno 39 i nuovi modelli elettrificati del gruppo e dal 2025 ogni nuovo lancio a livello globale avrà almeno una versione ibrida o elettrica.
Il ceo ha anticipato il ruolo di alcuni marchi del gruppo per diversi mercati. “Al momento non vogliamo far debuttare nuovi brand in Nord America, dove siamo forti grazie a Fiat Chrysler. Psa rimarrà radicata nei suoi mercati di riferimento e dove crea valore, come l’Europa”. Per quanto riguarda la Cina, tallone d’Achille sia di Fca sia di Psa, Tavares tiene le porte aperte: “Siamo pronti a nuove alleanze e stiamo individuando i problemi che abbiamo nella regione per risolverli il prima possibile”.
Il numero uno di Stellantis ha poi dichiarato riferendosi ad “alcuni marchi in particolare italiani” che la condivisione di piattaforme e tecnologie produrrà investimenti che porteranno alla realizzazione di nuovi modelli, alcuni dei quali definiti in precedenza e “mai lanciati per mancanza di disponibilità economica”, Fiat e Alfa Romeo innanzitutto.
“Lavoratori al sicuro”
Tavares conferma quanto precedentemente annunciato: “Non abbiamo intenzione di tagliare posti di lavoro né di chiudere i nostri stabilimenti. Ci sono moltissimi campi in cui si può creare valore, il lavoro vale solo il 10% del totale”. La stessa impostazione annunciata da Sergio Marchionne al suo arrivo in Fiat nei primi anni 2000, quando aveva parlato di un costo del lavoro pari al 6-7% e non dunque il problema numero uno per il gruppo che perdeva soldi in altro modo.
Stellantis, che conta all’attivo fabbriche in oltre 30 paesi, sarà presente in oltre 130 mercati con modelli di ogni segmento. Dai suv ai crossover dalle station wagon alle citycar fino ai veicoli commerciali. “L’elettrificazione guida il nostro sviluppo futuro”, dice Tavares prima di passare la palla alle autorità governative. “Abbiamo investito moltissimo per elettrificare i nostri prodotti, ma per ottenere prezzi competitivi è necessario che i governi sostengano i consumatori con aiuti fino a quando il costo di queste tecnologie non diminuirà”.