Tradizionali, asimmetriche, a vento, a farfalla. Nel corso degli anni, le portiere delle automobili hanno assunto forme e funzioni diverse in base al tipo di modello su cui sono state utilizzate, incluse quelle ad “ali di gabbiano”, un sistema che per la sua complessità strutturale, ma soprattutto per il costo di realizzazione, è diventato sin dal suo debutto sinonimo di esclusività.
La vettura su cui compaiono per la prima volta è la Mercedes-Benz 300 SL del 1954. L'utilizzo di un telaio tubolare evidenzia sin da subito alcuni problemi tecnici fra cui il ridimensionamento dello spazio per entrare nell'abitacolo. Per rimediare al problema, i progettisti decidono di incernierare le due portiere sul tetto e facilitare l'ingresso. Ed è così che alla sportiva di lusso viene dato il soprannome di “Gullwing”, ovvero ali di gabbiano, con cui affascina tutti. Auto bella da vedere e da guidare.
L'idea di Giugiaro
Nel decennio successivo, nel 1967 De Tomaso affida il progetto della nuova supercar Mangusta a Giorgetto Giugiaro, al tempo a capo di Ghia, che prende ispirazione da questo tipo di apertura delle portiere, ma per un utilizzo inaspettato. Il designer piemontese adotterà il sistema ad “ali di gabbiano” per favorire l'apertura del vano motore posizionato nella parte posteriore della vettura, scrivendo così un altro capitolo del design automobilistico.
Dalla Germania dell'est agli Usa
Nel 1973, nella Germania dell'est, il pilota e piccolo costruttore di modelli da competizione Heinz Melkus dà vita a una sportiva con motore a 2 tempi, 70 cavalli di potenza e velocità massima 165 chilometri orari. Il suo nome è Melkius RS 1000. L'imprenditore riesce nell'impresa realizzando 101 esemplari, ciascuno dotato di una caratteristica distintiva: le porte ad ali di gabbiano.
Poco più tardi, nel 1974, mentre in Italia Marcello Gandini svela la Lamborghini Countach, negli Stati Uniti nasce la Bricklin SV-1, dove la sigla sta per Safety Vehicle One. Struttura perimetrale in tubi d’acciaio, gabbia roll-bar integrata, vistosi paraurti ad assorbimento sul frontale e sulla coda. Ma il pezzo forte è la carrozzeria in fibra di vetro su cui spiccano le porte di tipo “gullwing” con apertura idraulica.
Star del grande schermo
Se oggi tutti conoscono la DeLorean DMC-12 è grazie al ruolo da co-protagonista che l'auto interpreta nel film “Ritorno al futuro” del 1985, al fianco di Doc e Marty McFly. Quando viene presentata nel 1981 l'auto colpisce per l'estetica avveniristica con carrozzeria in acciaio inossidabile non verniciata. In primo piano, l'apertura verso l'alto delle due grandi portiere ispirate alle ali di un gabbiano e firmate da Giugiaro. Direzione: passato e futuro.
Piccole e grandi con le ali
In Giappone, dove le città si sviluppano in verticale a causa dell'alta densità demografica e spazi ridotti, gli ingegneri sviluppano mini macchine chiamate "kei car". Una di queste, nel 1992 nasce dalla joint venture tra Mazda e Suzuki: si chiama AutoZam AZ-1, propulsore 3 cilindri turbo da 64 cavalli e configurazione “gullwing” delle porte. Non si può parlare di portiere ad ali di gabbiano senza nominare due vetture ad alte prestazioni come la Gumpert Apollo del 2005, nata in Germania dall'idea di costruire un'auto da corsa omologata per uso stradale, e la Pagani Huayra del 2012, la sportiva italiana realizzata per sostituire la Zonda con un motore Mercedes-AMG in grado di sviluppare 700 cavalli di potenza e una aerodinamica estrema. Entrambe con portiere che sembrano pronte per spiccare il volo.
Tocca alle elettriche
Tre anni più tardi, il sistema compare per la prima volta su una supercar alimentata da motori elettrici, la Quant F della NanoFlowcell, società con sede nel Liechtenstein. Sempre nel 2015, sulla piattaforma della berlina a batteria Tesla Model S prende vita la Model X: con 612 cavalli di potenza e un'accelerazione da 0 a 100 in 3,1 secondi, è non solo il suv elettrico più veloce sul mercato ma anche il più originale per l'apertura ad ali di gabbiano delle sole portiere posteriori (quelle anteriori sono tradizionali). Tesla dà loro un nuovo nome: “Falcon Wings Doors”. Ma le ali restano le stesse.